Casa esplosa: i nomi degli indagati
«Stavano bene assieme mio padre e la zia Marcella. Per questo motivo spesso papà veniva a Trieste. La casa di via Baiamonti (ndr, quella esplosa) era come fosse stata la sua. Così papà si trasferiva ogni tanto a Trieste da Pordenone e si sistemava dalla zia. Chiacchieravano sempre tra loro. Proprio fratello e sorella. Erano legati da un filo d’affetto profondo. E ora mia zia è indagata per la sua morte....».
Ha gli occhi lucidi Daniele Flego, il figlio di Aldo, l’uomo di 76 anni, morto venerdì scorso nella devastante esplosione di via Baiamonti. Pronuncia nervosamente queste parole in attesa dell’udienza per la nomina dei consulenti. È in piedi davanti alla porta dell’ufficio del pm Pietro Montrone. Daniele Flego è di fatto colui che ha subito il danno più importante: la perdita del padre. Ma è stato costretto a rimanere in corridoio perché non ieri non aveva ancora nominato un avvocato che lo assiste.
Quando ha visto arrivare due degli indagati, i tecnici montatori che quel giorno avevano iniziato a installare il piano cottura della cucina acquistata all’Ikea di Villesse, li ha guardati fissi e sottovoce si è chiesto «Perché? Qual è stato l’errore?» I due tecnici indagati di disastro e omicidio colposo come Marcella Flego (che è sempre ricoverata in ospedale) si chiamano Ioan Josif Volosanca, 31 anni, e George Mihalcea, 25 anni, entrambi cittadini rumeni.
Sono entrati nell’ufficio del pm assieme all’avvocato Tiziana Benussi che ha sostituito il collega Antonio Valori di Roma, il legale incaricato dalla Blg Logistic Solution l’azienda che ha in subappalto per conto dell’Ikea le operazioni di installazione e montaggio delle cucine.
Mancava invece il quarto indagato: si chiama Davide Mozina, 36 anni, l’idraulico che aveva effettuato le operazioni preliminari e avrebbe dovuto ultimare l’installazione del piano cottura collegandolo alla rete del gas, dell’acqua e dell’elettricità. È stato rappresentato dal’avvocato Pietro Redivo.
In udienza è stata anche l’avvocato Mersedes Giuseppin che assiste Marcella Flego. Ha ribadito che l’avviso di garanzia inviato all’affittuaria dell’appartamento «è stato un atto dovuto». E che l’anziana donna «è un’altra vittima di un evento di cui non ha alcuna responsabilità».
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