Casa del parto, piano al via verrà inaugurata nel 2017

Sarà realizzata grazie ai fondi del Gect probabilmente nell’area del parco Basaglia. Tali strutture devono essere vicine a Punti nascita, in questo caso Sempeter
La casa del parto di Ostia, "modello" per Gorizia
La casa del parto di Ostia, "modello" per Gorizia

Obiettivo 2017. Oggi la data viene messa nero su bianco. In quell’anno, infatti, è prevista l’inaugurazione della nuova, attesissima "Casa del parto" che verrà realizzata presumibilmente nell'ex Parco Basaglia o, in alternativa, nell'area di via Tuscolano dove c'è ancora il vecchio obitorio e un vasto parcheggio al servizio dell'ex ospedale civile.

Perché tali location? Tali tipologie di strutture presuppongono la presenza (preferibilmente nelle immediate vicinanze) di un Punto nascita per gestire le eventuali emergenze: siccome a Gorizia il reparto non c'è più, spazzato via dalla nuova riforma regionale della sanità, gli eventuali casi complessi e le urgenze verrebbero dirottati a Sempeter, dove il reparto materno-infantile continua regolarmente a operare.

«La nuova Casa del Parto? Trionfalismo eccessivo»

«Confermo: sino almeno al 2017 non ci saranno nati a Gorizia - spiega il sindaco Ettore Romoli -. Ecco perché è giusto puntare tutte le nostre carte su una una struttura dove le mamme che lo vorranno potranno partorire in modo naturale (sono escluse quindi le emergenze, le situazioni critiche e ovviamente i parti cesarei), secondo i ritmi fisiologici del travaglio, senza forzature e interventi non necessari e assistite da ostetriche esperte. Diciamo che sarà una versione "moderna" del vecchio parto casalingo. In Italia attualmente sono solo sei le Case del parto, tre in Lombardia, due in Emilia Romagna e una nel Lazio, ma il loro numero è in progressiva crescita per assecondare il desiderio di molte donne di affrontare un parto naturale, in un ambiente intimo, confortevole e tranquillo».

Ma la Casa del parto non è l’unico progetto previsto dal Gect, il Gruppo europeo di cooperazione territoriale. Fra i progetti c'è anche quello, molto importante, definito "Costruzione di un network di servizi sanitari transfrontalieri": un piano che si baserà sulle eccellenze esistenti nei due territori, sull'analisi dei bisogni della salute della popolazione, sulla necessità di una programmazione innovativa dei servizi, indispensabile per un sistema efficace ed efficiente di prossimità e di diritto universale alla salute. Ma entriamo nello specifico.

Gorizia sparisce dalle carte d’identità

Dicevamo: accanto alla Casa del parto (progetto di cui abbiamo parlato all’inizio di quest’articolo) e al cosiddetto "Osservatorio per la gravidanza fisiologica", ci sono altri due progetti: il primo riguarda la salute mentale e prevede la creazione di un'equipe transfrontaliera, la condivisione di alcune prestazioni del Centro di salute mentale di Gorizia e l'attivazione di una struttura residenziale intermedia ad alta assistenza, da realizzare in territorio sloveno.

Il secondo, se possibile, è ancora più importante e concreto nel senso che tocca l'intera collettività: l'intesa raggiunta tra i tre Comuni del Gect e i referenti delle aziende sanitarie e ospedaliere punta alla creazione di un network di integrazione sociosanitaria, a partire dalla realizzazione Centro transfrontaliero di prenotazione dei servizi socio-sanitari (Cup), che includa tutti gli operatori sui due lati del confine e consenta agli utenti un migliore accesso agli stessi servizi sociali e sanitari. Tra gli obiettivi, anche il varo di una carta transfrontaliera dei servizi sanitari e la sperimentazione di interventi in aree pilota.

Complessivamente, il progetto sanitario vale 8 milioni di euro.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo