Casa albergo, test a tappeto a Monfalcone
Sabato gli esami su 140 dipendenti della struttura, che non registra casi di contagio. Conclusi quelli in una residenza privata

La casa albergo a Monfalcone
MONFALCONE Ad aggravare il senso di incertezza in queste settimane abbarbicate al Covid-19 come l’edera al muro è la sorte inclemente di tanti anziani custoditi nelle case di riposo disseminate sullo Stivale. Scrigni di persone fragili in taluni casi rivelatesi prigioni senza scampo. E alla prova del nove dimostratesi, purtroppo, il vero tallone d’Achille della società.
In realtà, e per una volta la notizia è favorevole, nessun ospite delle due case di riposo di Monfalcone, pubblica e privata, ha contratto il virus. Il Comune da oltre un mese ha chiuso le porte della Casa albergo di via Crociera. Nessun parente o estraneo può penetrare nella struttura. Tuttavia, per “blindare” ulteriormente i degenti arriva ora il tampone a tappeto: da sabato i 140 dipendenti (110 esterni e 20 comunali) saranno sottoposti al test sul coronavirus. Due giornate per esaurire gli esami, che in prima battuta coinvolgeranno 110 lavoratori della coop e 10 pubblici.
«Nella struttura privata di via Blaserna, dove la situazione è regolare e gli anziani stanno tutti bene – esordisce l’assessore alle Politiche sociali Michele Luise – il tampone faringeo che diagnostica la malattia è stato già effettuato e si attendono gli esiti. Per quanto riguarda la Casa albergo, invece, si entrerà in azione sabato». Secondo Luise, ex direttore sanitario del San Polo, «è giusto “processare” i lavoratori, per individuare eventuali situazioni di positività asintomatica e isolarle», ma «dopo la fase A di accertamento bisogna avere le idee chiare sulla fase B, organizzativa». Tradotto: la casa di riposto necessita di personale h 24 distribuito su tre turni, pertanto, dovesse applicarsi la quarantena precauzionale, il rischio potrebbe essere quello, stando all’assessore, di una coperta troppo corta per la gestione. In particolare se la strategia della mappatura sarà poi estesa, sempre con modalità a tappeto, anche al personale dei centri diurni, dell’assistenza sociale, del supporto domiciliare.
Luise è conscio che le «accortezze si sono rese indispensabili dopo le situazioni critiche emerse a Paluzza e Trieste», ma ogni territorio ha le sue specificità e per ora Monfalcone è esente da allarme, pur avendo comunque trattato nel frangente delle complessità, come la cura di polmoniti non virali. L’utenza, infatti, non cessa di essere per definizione fragile e dunque soggetta ad acciacchi. Luise ha pertanto chiesto in giornata lumi all’Azienda sanitaria: «Mi ha riferito che nell’eventualità di una carenza di oss dettata da casi di positività asintomatica, comunque da trattare con quarantena, è il gestore a dover ottemperare alle sostituzioni e integrazioni di personale. Laddove fosse impossibilitato subentrerebbe l’Asugi, come del resto accaduto nel capoluogo regionale».
A gestire l’appalto da tre milioni annui della Casa Albergo, ospizio comunale, è la Kcs. Il sindaco Anna Cisint, che l’altro giorno in videochiamata ha salutato gli anziani della struttura di via Crociera, auspica che tutti i test diano esito negativo. «Ma fosse diversamente – aggiunge – bisognerà tener conto delle effettive mansioni e applicare i vari protocolli tarati dall’Azienda sanitaria». –
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