Carta, scotch, schiuma: in un anno manomesse 700 trappole per i topi

Si tratta di oltre la metà dei dispositivi distribuiti sul territorio “Ricarica” in piazza Venezia. Il Comune: «Non ci fermiamo»
Lasorte Trieste 13/09/19 - Piazza Venezia, Assessore Lobianco, Derattizzazione
Lasorte Trieste 13/09/19 - Piazza Venezia, Assessore Lobianco, Derattizzazione

TRIESTE. Esiste una banda di sabotatori delle esche per topi, di quei dispositivi che il Comune di Trieste sistema in tutta la città per cercare di contenere la popolazione dei ratti. Oltre a quelli che vengono rubati, sono ormai centinaia i dispositivi che la ditta titolare dell’appalto di derattizzazione trova manomessi.

Gli operatori, nel corso dei periodici controlli volti a verificare se l’esca sia intatta o consumata e dunque da sostituire, trovano palle di carta e scotch oppure schiuma espansa nel foro di accesso alla trappola: soluzioni che impediscono al topo di entrare e dunque di mangiare l’esca. In altri casi le scatolette vengono distrutte o rubate.

Chi agisce ha uno scopo preciso: non far morire quegli animali. La morte da avvelenamento è certamente atroce, e ci sono dei triestini che combattono la loro battaglia al fine di salvare i ratti da quella dolorosa fine. A questi si aggiungono i vandali “di professione”.

Nel 2018 sono state quasi 700 le trappole che la ditta incaricata ha dovuto sostituire perché danneggiate o sparite. Va precisato che questa azione di sabotaggio delle esche per i ratti è opera di singoli, cani sciolti, di persone che nulla hanno a che vedere con le associazioni animaliste del territorio. Ma il Comune non si ferma di fronte a questi tentativi di boicottaggio.

Ieri, a testimonianza del fatto che l’attenzione al problema è costante, la ditta Girasole di Porcia che fino al prossimo dicembre gestisce – con appalto biennale da 40 mila euro lordi totali – il servizio di derattizzazione con 1.250 erogatori posizionati nei giardini pubblici, negli spazi verdi, in musei, scuole e punti critici della città, ha avviato la verifica dell’efficienza delle trappole in piazza Venezia.

Dove, tutte le esche erano state consumate (a una attingono, leccando il veleno, molte bestiole), il sistema ha funzionato e gli erogatori sono stati ricaricati. Un’operazione di monitoraggio che viene effettuata regolarmente su tutti i dispositivi. «Non abbassiamo la guardia – sottolinea l’assessore comunale con delega all’Ufficio zoofilo, Michele Lobianco – e nel prossimo appalto inseriremo anche l’operazione di chiusura di tutte le tane, fessure e varchi sui muraglioni che oggi viene svolta dal servizio Lavori pubblici. Le segnalazioni di situazioni critiche sono diminuite rispetto allo scorso anno: significa che il servizio sta dando i suoi risultati».

A vanificare spesso l’opera di derattizzazione sono alcuni cittadini «che, purtroppo, specialmente in alcune zone della città come Ponterosso o il Giardino Pubblico – sottolinea Lobianco – non perdono la cattiva abitudine di gettare a terra pezzi di cibo. Lì, malgrado la presenza di ratti, le esche risultano intonse. Segno evidente – conclude – di immediata disponibilità per i topi di cibo fresco». Ed è risaputo che, pure per i ratti, un pezzo di tramezzino è più appetitoso di un’esca velenosa.


 

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