Carta d’identità del Tlt esibita in Provincia: indagata

Si chiama Erika Tozon, 53 anni. È finita nei guai per aver utilizzato una carta d’identità con l’intestazione «Territorio libero di Trieste». Il pm Federico Frezza la accusa di falso materiale. Venerdì mattina sarà interrogata dal pm in presenza del difensore. Rischia, codice alla mano, una condanna che teoricamente arriva fino a 4 anni di reclusione.
Tozon è finita nei guai per aver consegnato all’addetta della portineria in servizio al palazzo della Provincia appunto la carta d’identità contraffatta. Si tratta di un documento con la sua foto che, secondo l’accusa, era solo apparentemente rilasciato dal Comune come tutte le carte d’identità. Era anche segnato con il numero B001314. Ma in realtà era contraffatto.
L’episodio porta la data dello scorso 18 novembre. Tozon, militante e aderente al movimento Tlt, quel giorno era andata assieme a un gruppo di indipendentisti nel palazzo della Provincia di piazza Vittorio Veneto per assistere alla seduta del consiglio in cui all’ordine del giorno era indicata la Via-Vas del piano regolatore del porto che, il cui testo secondo gli esponenti del Tlt, è in violazione del trattato di Pace del 1947 e dei suoi allegati».
Com’è d’obbligo per accedere al palazzo pubblico e all’aula consiliare è stato necessario consegnare in portineria un documento valido. Ma così non è stato. Secondo il rapporto della Digos, Tozon ha invece dato all’addetta la carta d’identità apparentemente perfetta ma assolutamente falsa. Prova ne è che in un primo momento la stessa dipendente della Provincia non si è accorta che il documento era contraffatto. Lo ha preso e lo ha messo nel cassetto. È stata tratta in inganno anche perché la grafica era identica e a pagina tre c’era la foto tessera della donna che lo aveva consegnato. Infatti l’addetta se ne è resa conto solo successivamente dopo un controllo effettuato assieme ai poliziotti dela Digos che erano presenti nell’atrio della Provincia come sempre accade in queste circostanze. Una provocazione? Un’azione dimostrativa? Certo è che immediatamente è scattato il sequestro della carta d’identità del «Territorio libero di Trieste» e una relazione sull’accaduto è stata trasmessa al sostituto procuratore Federico Frezza che ha aperto un fascicolo inserendo il nome della militante nel registro degli indagati. Erika Tozon in particolare viene ritenuta responsabile di aver confezionato la carta d’identità indipendentista apponendo peraltro la sua foto su un documento realizzato con lo scanner. Ma è accusata anche di essersene servita per entrare nel palazzo della Provincia. Una situazione simile si è verificata qualche tempo fa a Prosecco quando Licio Manzuffa, pure militante del Tlt, è incappato alla guida della sua auto (non revisionata) in una pattuglia dei carabinieri. Nel ricorso successivo alla contestazione - che è stato respinto - l’automobilista indipendentista ha dichiarato che i carabinieri, in quanto forza armata italiana, non avevano titolo di multare gli automobilisti del Territorio libero. Ora il caso è pendente dal giudice di pace al quale Manzuffa si è appellato.
Qualche tempo fa Gianni Marussich, un altro aderente al movimento Tlt davanti ai giudici civili contro un pignoramento mobiliare effettuato per conto di Friuli Venezia Giulia Strade. Oggetto del contendere 80mila euro. Così è scattato il via al pignoramento - tutto italiano - di 80mila euro.
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