Caritas e "Vita Nuova", rimossi i direttoridopo le polemiche con il vescovo

Sarà rimosso il direttore e trasformata in fondazione. Via anche la direttrice di ”Vita nuova”. Costretti a lasciare Mario Ravalico e Fabiana Martini. I servizi di assistenza in capo a una nuova Fondazione. In edicola venerdì l’ultimo numero del foglio diocesano firmato dall’attuale direttrice. Incerti i tempi per l’associazione di aiuto ai bisognosi
Mario Ravalico (Caritas)
Mario Ravalico (Caritas)
TIESTE
. Dopo la rivoluzione attuata negli organigrammi della Curia, il vescovo Giampaolo Crepaldi ha deciso per il riassetto della Caritas e del settimanale diocesano Vita Nuova. Quanto a quest’ultimo, il numero in edicola il prossimo venerdì sarà l’ultimo firmato dalla direttrice Fabiana Martini.


Ancora incerta invece la data dell’avvicendamento alla Caritas. Mario Ravalico, che dal 1998 ne è alla guida, conferma solo che «verrà nominato un nuovo direttore»: è stato lo stesso Crepaldi a comunicargli un prossimo ricambio, senza però fissare scadenze. Ma già si sa che il riassetto della struttura di assistenza, che in un anno maneggia un bilancio da piccola azienda (tra i 4 i 500mila euro), non riguarderà solo i nomi ma andrà a ridefinirne lo status giuridico.


Attualmente l’Associazione accoglienza Caritas Trieste, braccio operativo per la gestione dei servizi di Caritas in città al quale fanno capo una ventina di dipendenti più alcuni collaboratori, oltre naturalmente ai volontari, è un ente canonico nel cui direttivo - secondo lo statuto predisposto all’epoca dal predecessore di Crepaldi, Eugenio Ravignani - siedono i rappresentanti di altri organismi ecclesiali (dal Villaggio del fanciullo alla Casa Ieralla all’Opera San Giuseppe, per citarne alcuni).


A breve - come comunicato in una lettera del vescovo portata all’attenzione del direttivo stesso in una riunione di qualche settimana fa - l’Associazione lascerà spazio a una nuova Fondazione, giuridicamente un ente canonico dotato di proprio consiglio di amministrazione, cui farà capo la gestione dei servizi offerti dalla Caritas. Quali siano i contorni esatti dell’operazione e i riflessi che sui flussi finanziari essa comporterà al momento non è chiaro. Don Ettore Malnati, vicario episcopale per il laicato e la cultura, conferma: «La Fondazione? Sì, è un indirizzo che viene dalla Cei». Dal vescovo non arriva alcuna informazione in proposito, mentre Ravalico si limita a «prendere atto della riorganizzazione» di cui però «nulla so - precisa - perché nessuno mi ha interpellato». Di certo l’attuale direttore non opererà più nella Caritas, dove è atteso l’arrivo di un sacerdote.


Giunge a un punto di svolta anche il caso Vita Nuova, emerso lo scorso aprile con la lettera aperta dello scrittore e germanista triestino Claudio Magris rivolta a Crepaldi. Una missiva che, dalle colonne del Piccolo, poneva l’accento su quel «dialogo cancellato» con la soppressione della rubrica delle lettere all’interno del settimanale cattolico della Diocesi. La risposta era arrivata due giorni dopo: la soppressione - spiegava Crepaldi parlando di «salutare provocazione» - era stata decisa «non per mortificare il dialogo, ma per favorirlo, cercando di chiarirne i presupposti. Molti elementi mi avevano convinto che, senza cattiva volontà da parte di nessuno, il settimanale diocesano stesse scivolando lentamente dal suo essere uno spazio cattolico per diventare una specie di spazio neutro dove tutti potevano scrivere tutto e il contrario di tutto, fino al punto di auspicare una Chiesa di relazioni senza riti e senza dogmi», aveva scritto il vescovo. Per cercare l’origine della tensione fra il presule e il settimanale, però, bisogna riandare a fine dicembre 2009. In quell’occasione per il sesto anno consecutivo il giornale aveva pubblicato, nella rubrica della posta dei lettori, la Lettera di Natale di nove sacerdoti tra cui il goriziano Andrea Bellavite, l’udinese don Pierluigi Dipiazza e il triestino don Mario Vatta. Nello scritto gli autori avevano fatto riferimento al «Dio in cui crediamo» e al «Dio in cui non crediamo» in un messaggio dalla portata generale. Una pubblicazione che Crepaldi non aveva affatto gradito.


Al botta e risposta con Magris erano seguiti giorni di dibattito teso, anche all’interno alla Chiesa locale, e infine la notizia dell’improvvisa ricomparsa della rubrica. «È stata una decisione mia. Mi assumo la mia responsabilità, com’è giusto che sia», aveva dichiarato al riguardo Fabiana Martini il 24 aprile. Ora l’epilogo della vicenda, con l’addio della direttrice al giornale.


RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo