Carinthia VII in Arsenale: il ritorno a Trieste del maxi yacht da 180 milioni di dollari
TRIESTE “Carinthia VII” è un affezionato cliente della “clinica” navalmeccanica triestina, dove Arsenale (Fincantieri) e Cartubi aiutano ricche e affascinanti signore della nautica a difendere la propria bellezza.
Questo yacht, classificabile per dimensioni tra le prime 15 barche a livello mondiale, non teme contagi ed è approdato alcuni giorni orsono alle banchine riparatrici alto-adriatiche. Dove già fu ospite, per analoghe ragioni manutentive, nella primavera-estate di tre anni fa.
Un ritorno quello di “Carinthia VII” che conferma le buone credenziali delle basi triestine, dove al momento sono ricoverati il notevole “4L” (al coperto) del principe emiratino al Maktoum e l’ingombrante Ursus, che di buono ha soprattutto la dote di 3 milioni governativi stanziati per la di lui sopravvivenza.
La silhouette di “Carinthia” si staglia ben visibile osservando dall’alto l’Arsenale. Le misure refertano 97 metri di lunghezza e 3643 tonnellate di stazza lorda. Viene servita da 28 uomini di equipaggio. La propulsione è garantita da quattro motori che permettono allo yacht di raggiungere una velocità massima di 26 nodi. Tim Heywood aveva curato il design interno/esterno. A goderne gli agi in cabine e suite fino a 12 ospiti.
“Carinthia VII” fu consegnata alla committente 18 anni fa, quando scoccava il 2002, dai rinomati cantieri tedesco-settentrionali Lürssen, distribuiti tra Brema, Amburgo, Canale di Kiel. All’epoca, secondo la stampa specializzata, venne pagata 180 milioni di dollari. Sbirciando i siti di recente visitati dal lussuoso natante, si notano le eccellenze mediterranee, da Antibes a Venezia, dalle Eolie a Positano.
Si è accennato alla committente dello yacht, una signora decisamente interessante. Heidi Horten è ritenuta la più ricca donna dell’Austria, aveva infatti ereditato dal marito - il magnate tedesco della grande distribuzione Helmut Horten, di trent’anni più anziano di lei - un’autentica dovizia. L’imprenditore, che negli anni ’70 aveva venduto la catena di market, scomparve nel 1987 lasciando alla consorte un cospicuo patrimonio stimato in un miliardo di dollari. Quando si sposarono nel 1966, Helmut regalò a Heidi il “Blauer Wittelsbacher”, diamante da 35 carati appartenuto al tesoro della dinastia bavarese, che fu venduto 12 anni orsono per 24 milioni di dollari. Heidi, che si è sposata altre due volte prima con l’imprenditore francese Jean Marc Charmat poi con l’aristocratico austriaco Karl Anton Goëss, è appassionata di arte contemporanea. Una parte della sua collezione fu esposta al Leopold viennese nell’estate 2018. Nell’ormai lontano 1996 acquistò all’asta dalla londinese Sotheby’s dipinti per 22 milioni di dollari: Renoir, Chagall, Klee, Mirò, Dubuffet, Freud... Qualcuno pensò al coup de scene di un gallerista, altri al riciclaggio ordinato da un boss della criminalità organizzata: la verità si rivelò più semplice. —
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