“Carillon” a luci rosse a giudizio i due titolari

Sono accusati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. I clienti potevano intrattenersi nel privè con le ragazze spendendo fino a 4mila euro
Di Corrado Barbacini
Foto Bruni 15.01.13 Night Club Carillon
Foto Bruni 15.01.13 Night Club Carillon

Serate “calienti” al Carillon: i clienti si intrattengono con alcune ragazze del locale appartandosi nei privé e continuando a consumare drink anche nei momenti di intimità. Le ballerine soddisfano - a pagamento - le richieste sessuali degli ospiti.

Questo accadeva nel locale notturno di via San Francesco. Locale che lo scorso gennaio è finito sotto sequestro dopo un blitz messo a segno dagli agenti della Mobile su ordine del pm Federico Frezza.

Adesso il giudice Luigi Dainotti ha rinviato a giudizio i due titolari del night club. Si chiamano Graziano Bissacco, 58 anni e Eleonora Marino, 56 anni. Abitano a Cervignano. Sono accusati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Il loro difensore è l’avvocato Maria Genovese. L’udienza dibattimentale è stata fissata per il prossimo 5 novembre.

Gli episodi contestati risalgono ai mesi di novembre, dicembre e gennaio scorsi. In quei giorni gli investigatori della Mobile erano riusciti a piazzare, nascondendole all'interno del locale, uno dei punti storici della vita notturna cittadina, alcune telecamere grazie alle quali sono state immortalate le performance delle giovani ragazze in compagnia dei clienti, e naturalmente i relativi pagamenti. Erano state così memorizzate le immagini di baci, strusciamenti, carezze osè con le entreneuse incaricate di intrattenere gli “ospiti” fino a sconfinare in prestazioni di carattere sessuale. I momenti di calda intimità iniziavano e continuavano per alcuni minuti, senza peraltro mai concludersi con rapporti “completi”.

Alcuni avventori per questo tipo di serate "particolari" spendevano cifre di non poco conto, arrivando sino a quattromila euro. Oltre ai filmati registrati e acquisiti dagli inquirenti, l'attività di indagine dei poliziotti si era sviluppata nell’arco dei mesi anche attraverso le “incursioni” di agenti che entravano in borghese all'interno del locale con il preciso compito di verificare di persona la situazione. E in effetti, vari erano stati gli episodi avvenuti sotto gli occhi del personale di polizia. Dai rapporti stilati nel corso delle indagini era emerso che alcuni clienti si erano appartati con le ragazze effettuando poi anche i collegati pagamenti. Alcune, poi, tra una danza in intimo provocante e un calice di bollicine, offerto magari da un cliente già un po’ su di giri (e di gradi) a prezzi degni della miglior tradizione dei locali notturni, sparivano nel privè. Non da sole, ma proprio con il cliente che non s'accontentava di bere e guardare. Per quanto tempo sparivano, lo decideva lo stesso cliente, perché in fondo è lui che ha sempre ragione. A pagamento.

A questo punto era scattato il blitz degli agenti di quella che un tempo era la buoncostume. I poliziotti della Seconda sezione della Squadra mobile avevano fatto una vera e propria irruzione al Carillon. «La musica è finita», aveva commentato qualcuno. In seguito erano state identificate tre cittadine straniere che avevano il compito di intrattenersi con i clienti e di offrire loro quanto chiedevano oltre alle danze, dietro compenso. Le ragazze in questione erano una bulgara, una lituana e una ucraina. Ma nel corso delle indagini erano stati identificati anche numerosi clienti che, per l’appunto, più che alla musica e agli spettacoli tradizionalmente ospitati dal Carillon, si erano rivelati più interessati alla “proposta” di appartarsi a pagamento con le ragazze.

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