Cariche Pdl, Savino incompatibile ma c’è il patto Camber-Berlusconi

Secondo il nuovo corso di Alfano l’assessore dovrebbe scegliere tra l’incarico in Regione e il coordinamento del partito. Il documento del 2011 però decreta: bocce ferme fino al 2013

TRIESTE

A meno che il rifugio non sia quello della deroga ad personam, per uscire da una situazione di imbarazzo, tra poco più di un mese la “questione Sandra Savino” in seno al Pdl provinciale andrà risolta in qualche modo. Quanto meno dando un’interpretazione precisa al dilemma che si prefigura e che in sintesi chiama in causa il peso politico dei suoi protagonisti: conterà di più il nuovo corso nazionale pidiellino all’insegna dell’incompatibilità fra cariche di partito e incarichi istituzionali pubblici, che ha nell’ex Guardasigilli Angelino Alfano il suo alfiere, oppure il documento voluto dal senatore Giulio Camber prima delle amministrative triestine dello scorso anno e siglato da Silvio Berlusconi in persona il primo aprile 2011, con il quale era stata blindata la composizione del coordinamento provinciale e comunale del Popolo della libertà sino al 31 dicembre 2013?

Come noto, Sandra Savino è il coordinatore provinciale del Pdl e, nel contempo, anche assessore regionale alle Finanze nella giunta Tondo. Due ruoli importanti. Il nuovo Regolamento sulle incompatibilità diffuso dal segretario nazionale del partito Alfano chiarisce che, fra i vari casi, sono incompatibili la carica di coordinatore provinciale e quella di assessore regionale. Il Regolamento entrerà in vigore in occasione dei prossimi congressi provinciali. L’appuntamento, anche a Trieste, è in calendario il 3 marzo prossimo. Tra poco più di un mese. A rigor di logica e a leggere il testo, Savino e il partito dovranno scegliere una direzione. Un “ma” c’è. E risponde al cervellotico nome di “Riconoscimento di operatività concorde”, il famoso scritto proposto da Giulio Camber all’allora premier e leader del movimento Silvio Berlusconi nell’era pre-elezioni comunali. Documento con cui il Pdl di Trieste aveva assicurato il sostegno alla candidatura a sindaco di Roberto Antonione, poi sconfitto al ballottaggio e oggi uscito dal Pdl stesso, in cambio di una serie di garanzie. A parte l’attribuzione a Camber del medesimo posto nella lista elettorale per il Senato alle prossime politiche, ne era stata piazzata un’altra. Testualmente: «Il presidente Silvio Berlusconi garantisce che temporaneamente, sino al 31.12.2013, i coordinamenti Pdl provinciale e comunale di Trieste rimangono in carica senza ulteriori congressi». In più, autonomia assicurata nella definizione delle liste “triestine” per le elezioni regionali e nazionali del 2013. Stando all’intesa Camber-Berlusconi, Savino dovrebbe dunque conservare la sua carica di partito ancora per due anni scarsi. Il che stona con la “linea Alfano” e le incompatibilità, oltre che - evidentemente - con la data del congresso del 3 marzo prossimo.

Quello di Savino è un caso unico nelle incompatibilità emerse a livello regionale, fra le quali una riguarda un altro triestino, Sergio Dressi, vicecoordinatore regionale del partito e anche presidente dell’Aeroporto del Friuli Venezia Giulia. Qui, però, non vi è alcun “Riconoscimento di operatività concorde” e, infatti, a scadenza Dressi non si ricandiderà per il ruolo di partito. Mentre su Savino afferma: «A prescindere dalle carte firmate e che dovrebbero avere valore, ripeto e continuerò a ripetere sino al congresso: è una follia - sottolinea Dressi - prevedere incompatibilità con determinati incarichi. Fra cui, quelle con i ruoli di assessore regionale e il termine di sospensione di sei mesi per candidarsi come consigliere regionale. Possono anzi essere loro i migliori elementi come coordinatori e vice provinciali, per il contatto col territorio. Mi auguro che Savino e Tononi siano confermati».

E la diretta interessata cosa dice? Per il momento nulla. Ieri il suo cellulare ha suonato a vuoto per tutto il giorno. Ha parlato invece il vice vicario Piero Tononi: «La cosa mi lascia indifferente. Se nessuno ha nulla da obiettare sul territorio, è un “non problema”».

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