Cardiochirurgia al top in Italia per gli interventi di bypass

l ’eccellenza
Un lavoro di squadra, la continua ricerca dell’eccellenza e la capacità di analizzare ogni singolo particolare. La Cardiochirurgia triestina continua a far parte delle eccellenze italiane, risultando al primo posto tra le aziende pubbliche per gli interventi di bypass.
Nello Pappalardo è il direttore della Struttura complessa dove lavorano 7 cardiologi, 7 chirurghi, 4 anestesisti, oltre a tecnici perfusionisti, riabilitatori, infermieri professionali, operatori socio sanitari per un totale di circa 100 operatori dedicati. «Tutti fondamentali – spiega Pappalardo – e i risultati si raggiungono solo lavorando assieme per un obiettivo condiviso». A certificare i risultati del reparto di Asugi è Agenas, agenzia nazionale che effettua il monitoraggio dell’attività attraverso l’analisi delle schede di dimissione ospedaliera. La cardiochirurgia si è confermata al primo posto nelle strutture pubbliche e al secondo a livello italiano.
«Dal 2007 – conferma Pappalardo – siamo ai vertici. L’ultima pubblicazione è relativa ai dati 2017-2018 e vede una percentuale di mortalità dello 0,43% sui 456 casi di bypass nel biennio di riferimento a fronte di un dato nazionale medio di 2,5%. La prima struttura nel paese è la clinica convenzionata San Michele di Maddaloni dove, però, è stata eseguita la metà dei casi rispetto a noi. A Trieste da più di vent’anni manteniamo un numero costante di interventi di bypass: attorno a 240 casi annui che costituiscono meno della metà dei 520 interventi annui».
Metà dei pazienti provengono dai reparti di cardiologia della città e della regione e sono operati entro pochi giorni dalla diagnosi. Un minimo numero giunge in emergenza, mentre tutti gli altri provengono dal loro domicilio e vengono operati entro poche settimane dalla diagnosi. «Il bypass – spiega il direttore – è l’intervento grazie al quale l’ostruzione di un’arteria coronarica viene superata con la creazione di una serie di “ponti” vascolari. L’intervento è indicato quando gli ostacoli coronarci sono più di due».
L’operazione, a cui si arriva dopo un articolato percorso clinico, viene eseguita con tecniche avanzate. Gli interventi terminano sempre con la verifica della piena funzionalità dei bypass mediante test appositi. Il postoperatorio si svolge tra la terapia intensiva specialistica e il reparto di degenza dove confluiscono molteplici professionalità. Il passo successivo prevede la riabilitazione.
Il Polo cardiologico, «dove siamo un po’ tutti figli del professor Fulvio Camerini» precisa Pappalardo, è diretto dal professor Gianfranco Sinagra: è la “casa” della Cardiochirurgia dove la condivisione multidisciplinare ha consentito di arrivare a risultati importanti. «Fondamentali – aggiunge Pappalardo – sono lo spirito di collaborazione, la competenza e la registrazione informatica puntuale di tutte le caratteristiche che meglio rappresentano i pazienti. Oltre al rapporto con i cardiologi e gli anestesisti, sempre improntato al confronto, va aggiunta la grande crescita professionale del personale infermieristico e tecnico. Il segreto del successo è: competenza tecnica, osservazione critica costante dei risultati e collaborazione interdisciplinare». —
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