Carciotti, futuro incerto: "Non metteremo lì i quadri della Galleria d'arte antica"
Caburlotto: "Scarto l’ipotesi di collocare lì i quadri, non c’è garanzia sul restauro del palazzo". Del tutto tramontata l’ipotesi di veder restaurato il Carciotti stesso fin dalle fondamenta. Per ora certi sono solo i finanziamenti per il ripristino della parte in pietra delle facciate
TRIESTE. I quadri della Galleria d’arte antica che la Soprintendenza aveva in animo di collocare nella parte storica di palazzo Carciotti, una volta ristrutturata, non andranno lì, né in altra sede. Per adesso, viaggeranno per mostre fuori Trieste e sono di fatto senza casa, se si escludono i magazzini di palazzo Economo dove furono a suo tempo rinchiusi per fare spazio a uffici. Altrettanto «nebulosa», e forse del tutto tramontata, l’ipotesi di veder restaurato il Carciotti stesso fin dalle fondamenta.
Per ora (le impalcature da tanto tempo montate lo dicono) certi sono solo i finanziamenti per il ripristino della parte in pietra delle facciate, 500 mila euro messi a bilancio dalla società Arcus (la partecipata del ministero dei Beni culturali) per il 2010. Del milione previsto per il 2011, e dei successivi ulteriori 500 mila euro, per un totale dunque di 2 milioni sui 4,6 riservati al Friuli Venezia Giulia nel triennio 2010-2012, nessuno con certezza sa dire il destino ma è del tutto probabile che prenderanno un’altra strada, salvo non intervenga una decisa presa di posizione del nuovo direttore regionale dei Beni culturali, Giangiacomo Martines, che si è appena insediato.
Nella storia entra da protagonista proprio la veloce successione dei direttori: Roberto Di Paola firmò col Comune una dichiarazione d’intenti sul recupero del Carciotti, palazzo comunale, chiedendo alla Arcus il concorso delle spese: era l’epoca in cui al Carciotti era stato destinato un futuro congressuale. Ma il suo successore, Giuseppe Bilardi, scoprì che l’amministrazione triestina non solo aveva cambiato idea sul Carciotti come sede di congressi, ma che avendo spostato il problema fuori dal proprio campo d’azione c’erano scarse possibilità di realizzare qualcosa di concreto.
«Bilardi, ha tentato di dirottare i soldi del Carciotti dalla Arcus al ministero - racconta Luca Caburlotto, soprintendente ai beni artistici, e adesso anche con un ”interim” a Verona, Vicenza e Rovigo, che ha la responsabilità della collezione d’arte statale -, per il fatto che vedeva molto lontana la soluzione, mentre quei fondi sarebbero stati preziosi sia per proseguire il restauro di palazzo Economo, sede della Soprintendenza, sia per Miramare, dove il parco ha un bisogno immenso di cure. Difficile comunque togliere quei soldi alla loro destinazione - prosegue Caburlotto -, perché sono vincolati al Carciotti, quindi non so se siano già stati dirottati o meno, né se sia stato deliberato il loro versamento. So però che ormai non prendo più in alcuna considerazione l’idea di puntare sul Carciotti per sistemare la collezione dei quadri, che è mio dovere valorizzare: non ho avuto assicurazioni né da Bilardi né dal sindaco Dipiazza». E se il soprintendente non reclama per lo Stato una porzione almeno del bene comunale, perché lo Stato dovrebbe regalare al Comune un costoso restauro? Proprio mentre taglia nettamente i finanziamenti alle Soprintendenze?
Caburlotto non metterà i quadri nemmeno alle Scuderie di Miramare, ipotesi già a suo tempo scartata. «Lì voglio continuare a fare mostre, e avviare un programma di rassegne in chiave transfrontaliera, inoltre sarebbe una sede troppo costosa». Scartata anche l’ipotesi, preannunciata, di trasferire le opere al Museo di Cividale, altrettanto sede di mostre. E dunque? «Dunque non ho soluzione» risponde il soprintendente, che intanto manderà i quadri a Pavia e poi in regione, e se gli accordi procedono bene anche a Lubiana. «Certo però non posso tenerli continuamente sulle ruote...».
E gli accordi Di Paola-Dipiazza? «Un’ipotesi talmente generica, nulla di giuridicamente vincolante, una sorta di mitologia mai diventata realtà» taglia corto il soprintendente. Luca Rinaldi, che guida la Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici, conferma invece che i lavori alle facciate verranno completati, «anzi - afferma - vorrei accelerarli, vedremo se il restauro degli intonaci sarà possibile in questa fase o sarà da rimandare. Il primo lotto del finanziamento, 500 mila euro, è comunque confermato. Per proseguire con il consolidamento delle fondamenta ci vorrebbe però un accordo col Comune, che dovrebbe procurare parte del finanziamento». Il Comune ha stanziato e riconfermato 800 mila euro: ma serviranno solo per l’urgente manutenzione straordinaria del tetto.
«Adesso - conclude Rinaldi - per conservare l’intero finanziamento Arcus di 2 milioni la scelta di collocare la Pinacoteca statale al Carciotti dovrebbe essere ribadita con molta forza sia dal nuovo direttore regionale Martines, e sia dal soprintendente Caburlotto». Il quale però, appunto, non ne ha affatto l’intenzione.
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