Carcassa di tartaruga lasciata 18 ore sulla diga di Grado

Solo ieri mattina gli operai del Comune hanno provveduto a rimuoverla Disagi per centinaia di turisti. Ritardi a causa di un rimpallo di competenze

Una tartaruga morta è rimasta sulla sabbia e poi sulla diga per circa 20 ore. L’hanno vista centinaia di passanti, tutte coloro che tra le 13 di mercoledì e ieri mattina alle 8, sono transitati sulla passeggiata a mare, nella zona antistante lo Zipser e il Giardino Adriatico. Non sono mancati anche i bagnanti che hanno continuato a prendere il sole e fare il bagno piuttosto vicino alla carcassa dell’animale.

Davvero una brutta immagine per Grado. Sono stati allertati tutti, o quasi. Sul posto sono passati i Vigili urbani, Circomare, sembra anche i Carabinieri e in serata i Vigili del fuoco, che hanno infine portato a terra la Caretta-Caretta grande circa un’ottantina di centimetri, colpita a morte sicuramente dal colpo d’elica di una nave. Di mezzo c’è una questione di competenze su chi debba eseguire il recupero e lo smaltimento. Quest’ultimo a quanto pare spetta al Comune, tanto che ieri mattina verso le 8 sono stati gli operai comunali a recuperare la tartaruga e a portarla in un apposito frigorifero, nei magazzini comunali. Qui vi rimarrà un po’ di tempo. Per limitare i viaggi e lo smaltimento dell’animale, considerato rifiuto speciale, a fronte di costi per alcune centinaia di euro, il Comune cerca di effettuare un unico trasporto con almeno tre tartarughe. Ogni anno ne vengono recuperate almeno una decina.

La storia va indubbiamente raccontata dall’inizio. Verso le 13 alcuni bagnanti si sono accorti della tartaruga spiaggiata. Poco dopo sul posto sono intervenuti i vigili urbani che hanno precisato di aver avvisato immediatamente chi di competenza. Verso le 15.30 sono stati avvisati anche i militari di Circomare che hanno eseguito i rilievi del caso, girando poi la comunicazione e notificandola, come previsto, al ministero dell’Ambiente e al Comune.

Intanto, la tartaruga è rimasta ancora posizionata tra la sabbia della spiaggetta naturale che si sta formando in quella zona e l’inizio della barriera di massi di protezione della diga. Nel frattempo, la marea ha iniziato a salire e la tartaruga è finita nuovamente in mare, a pochi metri dalla riva. Verso le 22.30 sono intervenuti i Vigili del fuoco del distaccamento di Grado che hanno riportato a terra la tartaruga, tra l’altro sotto la pioggia che ha iniziato a cadere abbondantemente.

Risolta la situazione? No, poiché lo smaltimento non è compito dei Vigili del fuoco. I quali non hanno potuto fare altro, anche per l’odore emanato dalla carcassa dell’animale, che sistemarla all’interno di uno di quei sacchi utilizzati talvolta per i cadaveri.

Il sacco è stato posizionato sulla diga, nei pressi dell’imbocco del pennello che delimita la spiaggia principale della Git. E ieri mattina finalmente, dopo ben 20 ore, gli addetti del Comune hanno provveduto allo smaltimento. In molti si sono chiesti: «E la Protezione civile?». La risposta del coordinatore non s’è fatta attendere: «Non siamo intervenuti perché non siamo stati allertati dal nostro Centro operativo. Tuttavia, non è compito dei volontari lo smaltimento dei rifiuti speciali come le tartarughe. È ora di finirla con il fatto che i volontari debbano sostituirsi alle istituzioni».

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