Carburanti, vendite in picchiata a Gorizia
A Gorizia profondo rosso. Nel resto dell’Isontino segnali di ripresa.
Forniscono una doppia lettura gli ultimi dati relativi alle vendite di carburante in città e provincia. A conferma che il confine (o meglio l’ex confine) continua ad essere penalizzante per le stazioni di servizio cittadine.
Dal primo gennaio al 31 agosto 2015 sono stati venduti 313.532 litri di benzina in meno rispetto allo stesso periodo del 2014: da 2.951.362 a 2.637.830. Più contenuta, invece la perdita per quanto riguarda il gasolio, con un -41.049 litri: da 1.357.203 litri dei primi otto mesi dell’anno passato a 1.316.154 del 2015.
La conseguenza? Continua lo smantellamento delle stazioni di servizio. A Gorizia, negli ultimi mesi, hanno chiuso i battenti tre attività alle quali si aggiungono le sei “morti” premature di impianati nel resto della provincia. Eppure, i dati fuori Gorizia mettono in mostra una incoraggiante ripresa. Nei primi otto mesi di quest’anno sono stati erogati 17.390.196 litri di benzina verde contro i 17.366.364 del periodo gennaio-agosto 2014. Il delta è positivo con 23mila litri di carburante venduto in più. Migliore il trend di erogazione del gasolio che è passato dai 9,5 milioni del 2014 ai 10,5 milioni dei primi otto mesi di quest’anno, registrando un aumento delle vendite di 976.810 litri.
Ricordiamo che, nel passato recente, si verificò un vero e proprio tracollo delle vendite e dei consumi. Risfoderiamo alcuni numeri per capire la gravità della situazione: nel 2007, soltanto a Gorizia, vennero venduti 17.802.257,55 litri di benzina: un anno dopo (senza agevolazioni) il totale del carburante erogato è crollato a 8.640.410 litri. Percentualmente il calo fu del 51,74%, ma poi la situazione si aggravò ulteriormente e la percentuale di perdita toccò il 70%.
Il risultato? Prima, hanno mandato a casa i dipendenti, trasformando le proprie attività a conduzione familiare. Poi, hanno cercato di restare sul mercato potenziando, nei limiti del possibile, i servizi accessori (autolavaggio, cambio olio, etc) perché di carburante non si viveva e non si vive più. Quindi, hanno lottato, si sono accampati in piazza Vittoria, hanno promosso manifestazioni, urlando tutta la loro rabbia contro il disinteresse di amministratori e politici per la loro causa. Ma oggi la pesantissima crisi che ha colpito i gestori delle stazioni di servizio ha presentato il conto finale. Quello più pesante. Quello che ha costretto parecchi di loro a chiudere baracca e burattini. Insomma, un’ecatombe.
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