Caporalato nel subappalto della Fincantieri, tre arresti a Monfalcone
Assunzione, licenziamento e riassunzione in una ditta amica: lavoratori come palline da ping pong che passano in maniera disinvolta da una società a un’altra. Lo scopo è doppio: da una parte ottenere dallo Stato gli incentivi e i contributi previdenziali legati all’assunzione di nuove maestranze; dall’altro, grazie alla riduzione dei costi d’impresa, proporre contratti di appalto concorrenziali a Fincantieri. La rete di società creata per sfruttare la manodopera bengalese a bassissimo costo è stata però scoperta dai carabinieri di e il sistema smantellato.
Sono tre le ordinanze di custodia cautelare, cinque le persone indagate sottoposte all’obbligo di firma e altre 19 quelle denunciate a piede libero nell’ambito dell’operazione “Freework2”. I reati complessivamente contestati sono - a vario titolo e con diversi gradi di responsabilità - di associazione a delinquere finalizzata: alla truffa aggravata ai danni dello Stato, all’intermediazione illecita di manodopera e allo sfruttamento, alla somministrazione fraudolenta di manodopera, all’estorsione e minaccia ai danni dei lavoratori, alla corruzione fra privati e incaricati di pubblico servizio, alla commissione di violazioni in materia di sicurezza sul lavoro fino al falso.
Il blitz è scattato ieri mattina all’alba. In esecuzione dell’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Gorizia Massimiliano Rainieri su richiesta del pm Michele Martorelli, i carabinieri del Nucleo operativo di Gorizia si sono presentati alla porta del 48enne amministratore unico e coproprietario della ditta Scf srl nonché amministratore unico della Sea srl Giuseppe Comentale, dell’omonimo quarantatreenne titolare della Edil.Naval srl e del bengalese di 35 anni dipendente e responsabile di cantiere della Ma&Ea srl Morshed Kamal. La loro posizione è la più delicata e i tre si trovano agli arresti domiciliari. In via preventiva, nella stessa mattinata, sono stati bloccati anche 235mila euro depositati su vari conti correnti bancari.
L’operazione avviata alla fine del 2011 è stata sviluppata in stretta collaborazione tra il Nucleo operativo con il Nucleo ispettorato del lavoro dell’Arma e la Compagnia di Monfalcone per contrastare, da un lato, i reati a danno dell’economia e delle finanze pubbliche, dall’altro per fermare lo sfruttamento dei lavoratori. Mano a mano che le attività di polizia giudiziaria sono andate avanti, le maestranze (soprattutto bengalesi, ma non soltanto) hanno denunciato minacce, sopprusi e condizioni di lavoro degradanti. Le testimonianze hanno evidenziato l’esistenza di un’organizzazione complessa ed articolata di tra le società Sait spa, Isotermo srl, Elynaval srl, Edil.Naval srl, Ma&Ea srl, Iso.C srl, Scf srl e Sea srl.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il non rispetto degli orari di lavoro, delle mansioni svolte, delle retribuzioni corrisposte, delle disposizioni in materia di sicurezza, nonché i licenziamenti/dimissioni imposti e le altrettanto imposte riassunzioni in altre ditte del gruppo utili a sfruttare gli incentivi ed i contributi previdenziali offerti dallo Stato attuati in modo scientifico hanno permesso di accaparrarsi gli appalti Fincantieri, ma anche ingenti illeciti guadagni attraverso i risparmi ottenuti sui contributi previdenziali dei lavoratori. In occasione dei licenziamenti forzati inoltre le maestranze venivano obbligate a firmare dichiarazioni di avvenuta liquidazione del Tfr che in realtà non veniva versato.
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