Caporalato a Monfalcone, il difensore degli arrestati pensa al Riesame: «Sono pronti a chiarire le cose»
MONFALCONE Il legale ha incontrato i tre partenopei, rinchiusi ieri nel carcere di Gorizia. Ha potuto avere un primo colloquio con loro, in vista dell’interrogatorio di garanzia. «Intendono fornire la loro collaborazione e spiegare la loro posizione», ha affermato l’avvocato Andrea Guadagnini, al momento difensore d’ufficio.
Più accuse, pesanti, ed una serie di elementi importanti quelli contestati e raccolti dalla Procura di Gorizia. Ai reati di estorsione e di caporalato, con l’intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro, si affianca la somministrazione fraudolenta di manodopera.
L’avvocato Guadagnini, mantenendo il dovuto riserbo, ha aggiunto: «I miei assistiti sono disponibili a spiegarsi, a dare la loro versione dei fatti. La loro posizione non è quella che si evince dagli atti. Stanno aspettando l’interrogatorio di garanzia, pertanto sono pronti ad affrontare serenamente tutte le domande che verranno loro rivolte».
Il legale ha fatto riferimento anche alla misura cautelare restrittiva per i suoi assistiti osservando: «Qualora all’esito dell’interrogatorio di garanzia non emergeranno misure meno afflittive rispetto al carcere, valuterò il ricorso al Tribunale del Riesame».
A rappresentare invece i due bengalesi indagati è l’avvocato Mauro Guzzon.
E intanto il legale della Pad Carpenterie Srl, avvocato Giuseppe Spedicato, ha parlato di un «fulmine a ciel sereno».
Ieri i militari della Compagnia di Monfalcone assieme al personale dei Nuclei Ispettorato del Lavoro di Gorizia, Venezia e Ancona, hanno eseguito diverse perquisizioni, nelle abitazioni degli indagati e nelle sedi della Pad Carpenterie, nonchè delle Agenzie interinali, al fine di acquisire le fonti di prova.
«Gli inquirenti hanno cercato anche nella sede amministrativa di Falconara Marittima i contratti di lavoro e quant’altro, eseguendo una serie di verifiche - ha spiegato l’avvocato Spedicato -. Ritengo che il titolare della Pad Carpenterie, così come i titolari delle due Agenzie interinali Quanta e Feres, siano completamente estranei rispetto ai reati contestati. Risultano indagati, ma si tratta di una vicenda tutta da approfondire. Certamente non hanno nulla a che vedere con i reati di sfruttamento e di estorsione».—
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