Capodistria, veleni prima delle elezioni. «La lista di Popović minaccia avversari»
Accuse di telefonate minatorie a sostenitori di altri candidati. La replica: nessuna irregolarità, solo fango sul sindaco
LUBIANA Diventa incandescente la campagna elettorale per le elezioni amministrative di domenica prossima a Capodistria. Ad accendere la miccia delle polemiche sono stati alcuni avversari alla carica di sindaco del capoluogo del Litorale di quello uscente, Boris Popović. E così Olga Franca, Gašpar Gašpar Mišič e Aleš Bržan hanno accusato i collaboratori del sindaco in carica di minacciare i probabili elettori dei suoi avversari: si sarebbero impossessati dei nomi presenti sulle liste dei cittadini che appoggiano le candidature degli avversari di Popović depositate presso la Commissione elettorale comunale.
In una testimonianza resa alle Primorske novice un abitante di Capodistria che ha chiesto l’anonimato ha raccontato che «poche ore dopo la chiusura del termine per il deposito delle candidature alla carica di sindaco ho ricevuto una telefonata da una persona che lavora al Comune di Capodistria. Mi ha chiesto come mai mio figlio fosse presente in una delle liste avversarie di candidati al Consiglio comunale che era avversaria di Popović. Gli ho risposto di non sapere nulla di questa cosa, che mio figlio è maggiorenne. Ma lui ha ribattuto che tutto questo era inaccettabile e poco “igienico” visto che io stesso lavoro per il sindaco e che a questo punto sorgeva la domanda se potessi ancora lavorare al Comune».
A tutto ciò, come detto, si aggiunge l’accusa agli uomini di Popović di essersi impossessati dei nominativi, e dunque di tutti i loro dati, presenti nelle liste di presentazione delle candidature alle elezioni comunali, liste che avrebbero dovuto rimanere segrete.
Il presidente della Commissione elettorale locale Miloš Šenčur ha negato qualsivoglia tipo di irregolarità e di comportamento illegale nel lavoro della Commissione stessa. Oltre ai membri dell’organismo, secondo Šenčur, alle riunioni ha partecipato, come prevede la legge, un rappresentante di ciascun candidato sindaco. E che tutto si sia svolto senza intromissioni o irregolarità lo conferma anche il direttore della Commissione elettorale nazionale Dušan Vučko il quale sottolinea come ciascun membro della Commissione elettorale comunale è responsabile dell’assoluta riservatezza dei dati personali che vengono trattati.
Le accuse vengono rigettate anche dagli uomini di Popović che negano di aver mai attuato forme di pressione nei confronti di potenziali elettori di liste avversarie e negano altresì di essersi impossessati dei nominativi e dei dati personali di coloro che hanno sostenute le altre liste che concorreranno alle elezioni di domenica. «È solo un tentativo - concludono - di screditare il sindaco Popović».—
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