Capodistria, niente sfratto al consolato italiano

Il Comune decide un ritocco all’insù del canone d’affitto. Ma un anno fa è stato il sindaco Popovic ad abbassare le pigioni degli stabili comunali in centro
Palazzo Vianello, sede del consolato generale d’Italia a Capodistria
Palazzo Vianello, sede del consolato generale d’Italia a Capodistria

CAPODISTRIA. Problema risolto. Il consolato generale d’Italia a Capodistria evita lo sfratto. La decisione è maturata nella notte di mercoledì dopo un vertice tra il primo cittadino del capoluogo del Litorale, Boris Popovic e il suo vice, di nazionalità italiana, Alberto Scheriani. La rappresentanza diplomatica italiana resterà così a Palazzo Vianello ai piedi del Belvedere capodistriano con la sua splendida vista mare, ma dovrà pagare una pigione più cara.

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Si chiude così una vicenda che ha visto interessati i ministri degli Esteri di Italia e Slovenia chiamati in causa rispettivamente dal governatore del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani e dal presidente della Giunta esecutiva dell’Unione italiana, Maurizio Tremul.

Non bisogna dimenticare che proprio il sindaco Popovic però aveva firmato la delibera in base alla quale il Comune concedeva un taglio degli affitti dovuti per i propri immobili siti nel centro storico di Capodistria. E tra questi immobili è ricaduta anche la sede della rappresentanza consolare italiana che da una pigione di 2.262 euro al mese è passata a 1.583 euro mensili.

Per ora non è ancora dato a sapere, come scrivono anche le Primorske Novice, quale sarà il nuovo canone d’affitto che il consolato dovrà pagare mensilmente. Gli uffici municipali stanno facendo i calcoli.

Capodistria, sfratto al Consolato italiano
Palazzo Vianello, sede del Consolato generale d’Italia a Capodistria

Una cosa però è certa, il valore catastale dell’immobile è di 257mila euro, di molto inferiore a quello che è invece il suo valore di mercato che potrebbe benissimo aggirarsi sul milione di euro, visto anche il carattere storico del palazzo e la sua collocazione “strategica”.

«Nessuno vuole sfrattare nessuno», è la dichiarazione del vicesindaco nonché presidente della Comunità autogestita italiana, Alberto Scheriani. «Bisognerà però in futuro - ha precisato - che in questa vicenda venga incluso anche lo Stato visto che di tale questione si occupa anche la Convenzione di Vienna sui rapporti consolari del 1963».

Soddisfazione viene espressa da fonti del ministero degli Esteri della Slovenia in quanto il Comune di Capodistria si è uniformato a quanto scritto dallo stesso ministero sulla vicenda agli uffici municipali competenti, ricordando proprio gli impegni internazionali che vincolano Lubiana.

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