Capodistria-Divaccia persi i finanziamenti Ue
LUBIANA. Quello che a Lubiana si temeva ormai da alcuni mesi, ora è ufficiale: la Slovenia resta senza i fondi europei della Prospettiva finanziaria 2007-2013 per la costruzione del secondo binario della ferrovia Capodistria – Divaccia. Lo ha confermato nei giorni scorsi il ministro per le infrastrutture e l'ambiente Zvonko Cernac. I ritardi nella progettazione della nuova tratta e il mancato rilascio, nell'autunno del 2011, del permesso ambientale per la Capodistria – Divaccia da parte dell'Agenzia della Repubblica di Slovenia per l'ambiente (Arso) hanno fatto sì che Lubiana non sia più in grado di inviare a Bruxelles per tempo la documentazione necessaria per ottenere i fondi previsti. Nell'ambito del bilancio comunitario 2007-2013, l'Unione europea aveva messo a disposizione della Slovenia, per lo sviluppo della rete ferroviaria, 450 milioni di euro, di cui Lubiana contava di destinare circa la metà - 230 milioni - per il cofinanziamento del secondo binario della Capodistria – Divaccia. Una parte di questa cifra, 130 milioni, sono stati poi destinati alla modernizzazione della tratta attuale, altri 50 sono serviti per gli investimenti sui tracciati Dolga Gora – Poljcane e Slovenska Bistrica – Pragersko, mentre gli ultimi 50 milioni, se Lubiana non riuscirà a dirottare i fondi comunitari verso altri progetti, andranno irrimediabilmente perduti.
Restare senza i fondi europei significa, a questo punto, che dovrà essere rinviata di almeno alcuni anni la costruzione del secondo binario sulla Capodistria – Divaccia, tratta che in Slovenia è considerata strategica per far crescere il porto di Capodistria e collegarlo nel migliore dei modi al Corridoio europeo numero 5 (Lione – Trieste – Divaccia/Capodistria – Divaccia/ - Lubiana – Budapest – confine ucraino). La Capodistria – Divaccia è una tratta breve, di soli 27 chilometri, ma molto impegnativa, visto che più di 20 attraverseranno otto gallerie e due viadotti per salire dal mare all'altipiano carsico. Il costo del progetto, che adesso slitterà, è stimato in oltre 800 milioni di euro. Persa dunque parte dei fondi europei della prospettiva finanziaria 2007-2013, la Slovenia – scrive il quotidiano “Dnevnik” - ora non ha alcuna certezza che lo stesso progetto otterrà luce verde da Bruxelles anche nell'ambito del bilancio 2014-2020. In più, con l'Austria che tra giorni darà via ai lavori del traforo del Semmering – essenziale per i collegamenti ferroviari Nord–Sud lungo la direttrice del corridoio Adriatico - Baltico ed importantissimo anche per il Friuli Venezia Giulia e l'intero Nord-Est – la Slovenia e Capodistria rischiano di perdere peso e importanza nella rete transeuropea dei trasporti.
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