Capodistria-Divaccia, in maggio via al cantiere del secondo binario

Consorzio sloveno-turco al lavoro sul primo tratto di 10 chilometri. Il ministro: così crescerà il porto
Movimentazione di container al Porto di Capodistria in una foto d’archivio
Movimentazione di container al Porto di Capodistria in una foto d’archivio

CAPODISTRIA Le ruspe entreranno in azione a maggio per iniziare la realizzazione di uno dei più rilevanti progetti strategici della Repubblica di Slovenia: la costruzione del secondo binario della tratta ferroviaria fino a Divaccia, della lunghezza pari a 27 chilometri. Il progetto è parte dell'asse Baltico-Adriatico e dei corridoi Trans European Transport Network relativi al Mediterraneo, che si prefiggono di aumentare il traffico con l'obiettivo di aumentare l'intermodale su rotaia.

Il binario correrà su un percorso a parte rispetto a quello attuale, in quanto la configurazione del terreno non permette di procedere al semplice raddoppio. All’operazione comunque Lubiana punta con l’obiettivo di un ulteriore sviluppo dello scalo portuale capodistriano: l’attuale binario unico limita infatti non di poco il movimento merci con l'hinterland europeo dal quale i carichi provengono o al quale sono destinati. Secondo le valutazioni di vari analisti il nuovo binario che porterà le merci verso le direttrici agganciate all’Europa centrale va considerato anche come risposta slovena nel quadro del crescente sviluppo del porto di Trieste.

A Lipizza è stato firmato il contratto per la costruzione del primo tratto del secondo binario, quello tra Capodistria e San Sergio (Crni Kal): lungo 10 chilometri, e comprenderà sei tunnel e due viadotti. A eseguire i lavori sarà la società Kolektor Cpg, l'unica che aveva partecipato alla gara d'appalto, assieme alle imprese turche Yapi Kerkezi e Ozaltin. Il consorzio turco-sloveno ha assicurato che porterà a compimento l'opera per una cifra pari a 224,7 milioni di euro, ovvero 6 milioni in meno rispetto al tetto massimo previsto nella gara dalla società statale 2Tdk che coordina le operazioni a nome del governo. «I documenti presentati sono realistici e l'appaltatore sarà senz'altro in grado di realizzare il progetto in tempo e restando nei limiti finanziari previsti, o al massimo con il rischio di spese aggiuntive del 10 per cento», ha detto il direttore di 2Tdk Pavle Hevka, intervenuto alla firma del contratto di costruzione.

Quanto alle risorse finanziarie, si è ricorsi a un credito della Banca Europea per gli investimenti. «Il secondo binario - ha detto il ministro delle infrastrutture sloveno Jernej Vatovec - permetterà non solo di far crescere lo scalo merci del porto di Capodistria, ma anche di sviluppare al massimo le potenzialità logistiche del Paese, come punto di riferimento per l'intero centro est europeo. Per questo motivo - ha aggiunto il ministro- lo scalo portuale e il secondo binario devono operare in perfetta sintonia».

Nel cantiere lavoreranno 500 addetti (si tratta di personale sloveno nel 60-70% dei casi).

Stando alle previsioni, il secondo binario nella sua lunghezza complessiva potrebbe venire completato entro il 2025 ed entrare in funzione l'anno successivo, conclusi i necessari collaudi tecnici. Come ricorda il sito delle Ferrovie slovene, il costo complessivo dell’operazione ammonta a 1,2 miliardi di euro. Il costo così elevato dei dieci chilometri iniziali trova giustificazione nella configurazione del suolo piuttosto complessa e prevalentemente montagnosa, tale per cui si dovranno costruire appunto tre gallerie (di 6,7; 6; e 3,8 chilometri) e i viadotti. Il progetto prevede anche la costruzione di gallerie parallele di servizio per i lavori e per l’evacuazione in caso di necessità. La 2Tdk ha ottenuto la concessione dal governo sloveno sul secondo binario per 45 anni, fino a giugno 2064. Tornando all'aspetto finanziario, il progetto ha fruito del contributo di 109 milioni di euro dalla Commissione europea. In ogni caso l'opera non andrà a pesare sulle tasche dei contribuenti sloveni: l’investimento dovrebbe essere recuperato attraverso le tariffe di accesso pagate dagli operatori ferroviari sia sulla nuova linea che sulla rete ferroviaria nazionale già esistente, nonché tramite le tasse sulla movimentazione delle merci nel porto di Capodistria. —


 

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