Capodistria, barricati per salvare i cani

Con un blitz la polizia ha tentato, su ordine del sindaco, di far sgombrare i volontari che oggi gestiscono il canile Sveti Anton
Cagnolini in un canile in una foto di repertorio
Cagnolini in un canile in una foto di repertorio

CAPODISTRIA. Con un blitz venerdì scorso la polizia ha tentato, su ordine del sindaco, di far sgombrare i volontari che oggi gestiscono il canile Sveti Anton di Capodistria. E permettere agli addetti della Komunala Koper, una multiutility che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, di prendere possesso della struttura. Da quest'anno infatti il Comune da cambiato le regole e invece di indire un bando di gare per la conduzione del canile come in passato, ha deciso di affidarne direttamente la gestione a Komunala Koper. In quella struttura che in questo momento dovrebbe ospitare ancora una trentina di cani e 50 gatti, vengono ricoverati tutti i cani accalappiati nella zona di Isola, Pirano, Ancarano e Capodistria e parecchi gatti. Va sottolineato che in Slovenia è previsto che i cani vengano soppressi dopo 1 mese dalla loro cattura. Unica salvezza per loro è l'adozione. L'associazione che fino ad oggi ha gestito il canile Sveti Anton, la "Litorale contro il maltrattamento degli animali" (Odpmz), si è per questo motivo prodigata negli anni di metter in atto una massiccia campagna di adozioni. Un aiuto fondamentale è arrivato dall'Italia, soprattutto da Trieste e la nostra regione.

Dalla nostra città decine e decine di volontari si sono mossi da anni per dare una mano, portando cibo, coperte, medicinali e pagando le cure necessarie a salvare a la vita di cani e gatti in difficoltà. Promuovendo contemporaneamente una campagna per sensibilizzare chi cercava un cane o un gatto ad adottarne uno di questi di Sveti Anton. In prima linea l'Astad e l'associazione Il Capofonte. «In questi anni - riferisce Maria Grazia Beinat, presidente de Il Capofonte - abbiamo portato in Italia è fatto adottare 450 cani e tanti gatti. La collaborazione con chi gestisce attualmente quel canile è ottima, sono persone che amano gli animali e svolgono il loro lavoro con dedizione. Non è capisce perché il sindaco abbia repentinamente cambiato le regole». Ieri i volontari all'arrivo della polizia municipale si sono barricati all'interno della struttura. Il timore è che la multiutility che dovrebbe gestire il canile, essendo un'azienda che si occupa di rifiuti, non abbia la stessa sensibilità avuta in tanti anni dai volontari che si sono presi cura dei cani, che non attui le stesse campagne di adozione e che semplicemente attenda il trentesimo giorno di cattura per uccidere un cane.

L’associazione "Litorale contro il maltrattamento degli animali" avrebbe dovuto lasciare libera la struttura di Sveti Anton il prossimo 30 giugno, un tempo brevissimo per poter accasare gli animali attualmente ospitati. Era stata chiesta una proroga ma ieri, con largo anticipo il Comune ha imposto il blitz per far sgomberare i referenti e volontari del canile. È il sindaco intervistato ha manifestato sorpresa per la reazione dei volontari assicurando che domani la polizia ritenterà di mettere a segno l'obbiettivo. In queste ore le associazioni animaliste triestine stanno cercando di portare in Italia il maggior numero di cani e gatti possibile. Ma che ne sarà di quei cani e gatti che non riusciranno a salvare in tempo? «Temiamo verranno catalogati come cani incurabili, pericolosi - sostengono i volontari - e passeranno come una qualsiasi immondizia dal canile alla vicina discarica».

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