Capela fa il bomber e una Triestina ruvida passa a Fiorenzuola
Prestazione non bella ma concreta degli alabardati che capitalizzano al massimo
la rete del difensore. Nella ripresa Gomez e Rapisarda mancano il raddoppio
TRIESTE. Bucchi voleva una Triestina che pedalasse a testa bassa. E visto che l’Arturo Pavesi (oro olimpico nel ’32) di Fiorenzuola è prima di tutto un velodromo l’Unione ha pedalato. Non con la classe di un finisseur o con la stilettata di uno sprinter ma con un passo regolare sufficiente a domare il giovane Fiorenzuola di Tabbiani. Pedalate, tanto per non uscire dalla metafora, che fanno bene alla classifica alabardata, alla fiducia e al morale. Sulla continuità in campo, sul gioco, sulla capacità realizzativa c’è ancora tanto da lavorare anche se un quattro-cinque palle gol sono arrivate. Per il momento questa Triestina, messa in campo con un 3-5-2 che non si vedeva da mesi, non ha concesso quasi nulla in attacco al Fiorenzuola e anzi si è concessa il lusso di sprecare almeno tre nitide palle-gol in contropiede per chiudere la contesa. Agli alabardati stavolta è andata bene perché fallire la chiusura di una partita quasi sempre costa caro. Ma difesa e centrocampo, specie nella ripresa dopo un primo tempo in cui gli spazi per i padroni di casa sono stati più invitanti, hanno tenuto gli emiliani lontano da Offredi (a parte un paio di mischie). Il destro basso e preciso di Capela su corner del solito Galazzi è bastato a capitalizzare una vittoria preziosissima.
LA COPERTURA
Bucchi ripropone un assetto abbandonato da novembre. Il rientro di Lopez dalla squalifica consente al tecnico di affidarsi alla difesa a tre con Capela e Ligi in modo tale da spingere più avanti Galazzi a sinistra e Rapisarda a destra. Il ruolo di play-maker è affidato a Sakor, scortato da Crimi e Iotti. Davanti riecco Trotta da prima punta con De Luca a girare. La scelta fatta relega in panchina giocatori di qualità come Procaccio e Petrella. Il centrocampo alto tuttavia offre il vantaggio di una pressione, almeno in avvio.
IL VANTAGGIO
Il pressing alabardato, per la verità non eccessivo, prende di sorpresa i ragazzi di Tabbiani ma anche Trotta che in tre occasioni dal 2’ al 6’, prima di involarsi, incespica.
Per fortuna arriva il gol al 13’: Galazzi batte il corner con palla a centro area per Capela il cui destro resta basso e teso tanto da infilare Battaiola. Visto che i bomber non segnano, ci pensa il difensore portoghese. L’Unione tiene bene il campo e davanti Trotta e De Luca si cercano. Sakor recupera palloni e ispira ma De Luca spreca un suo lancio.
LO SBANDAMENTO
Il Fiorenzuola, che agisce con verticalizzazioni improvvise, riesce fare la voce grossa solo dopo l’uscita per infortunio di Capela. Entra Volta ma per 5’ l’Unione si cerca, persa in un improbabile 4-4-2. Risistemati gli equilibri difensivi al Fiorenzuola non resta che il coraggio, capace sì di creare disagi all’Unione un po’ distratta ma non in grado di fare danni. Anzi è Trotta a mancare il raddoppio su lancio millimetrico di Galazzi (44’).
LA SCOSSA
Nella ripresa i ragazzi di Tabbiani danno tutto nei primi minuti ma costruiscono solo una palla pericolosa in area su punizione di Nelli. Bucchi toglie Galazzi e Sakor (i migliori fino a quel momento) e immette Giorico e Ala Myllymaki assieme a Gomez (fuori Trotta). L’Unione si riassesta e il Fiorenzuola non ce la fa a scalfire la retroguardia alabardata.
LE OCCASIONI
Tabbiani inserisce anche Bruschi le cui temute punizioni non arrivano in porta. Così al 30’ un intervento maldestro della difesa di casa innesca Gomez che da buona posizione spara alto. Seconda chance persa e terza al 44’ con Rapisarda che, lanciato da Litteri, tira a lato. Così per difendere il vantaggio l’Unione nel finale si gioca le armi del mestiere, dei falli, della gestione ruvida. Il Fiorenzuola è stanco e la Triestina strappa i tre punti. Non belli ma sudati e meritati. In trasferta l’Unione c’è e adesso ci sono altre due gare lontane dal Rocco.
Riproduzione riservata © Il Piccolo