Caos Upt, l’accusa di Delbello: «Irregolarità note da un anno»
TRIESTE «Già un anno fa il collegio dei revisori dei conti dell’Università popolare aveva segnalato delle irregolarità alla Regione, al ministero degli Esteri e alla Corte dei Conti ma nessuno ha fatto nulla». Non usa mezzi termini Silvio Delbello, membro del cda di Upt e presidente dell’ente dal 2008 al 2013. Uno che conosce bene quella realtà e che avverte: «La cosa non finirà così, con un nulla di fatto, senza che nessuno paghi per le sue responsabilità. Io e altri soci siamo pronti a ricorrere alle vie necessarie affinché venga fatta chiarezza, non vogliamo si ripeta un caso simile a quello delle Cooperative Operaie. Vogliamo risposte anche dalla politica».
Quindi, da quanto sostiene Delbello, tutti, consiglio direttivo e consiglio di amministrazione inclusi, erano al corrente di quanto stesse accadendo. «L’interessamento attuale è a scoppio ritardato – dichiara – ora si invoca il commissariamento, prima nessuno è intervenuto. Mesi fa ho incontrato un assessore della passata giunta regionale e ho espresso il timore che Upt finisse come le Coop, ma lui mi ha garantito che non sarebbe finita così». Delbello ha appreso dalla stampa che il cd di Upt ha appoggiato la proposta di commissariamento. «Nel prendere questa decisione non hanno inteso convocare un cda – sostiene –, l’organo che per statuto esercita il controllo permanente dell’amministrazione dell’ente. Trovo questo procedimento irregolare». Delbello si dichiara contrario al commissariamento: «Non vedo il motivo per il quale invocare commissariamenti – spiega –, fino a prova contraria l’Università popolare ha gli organi che funzionano e sono gli organi statutari che devono decidere cosa fare, non entità esterne».
Invoca invece celerità nella nomina del commissario, il consigliere comunale di Fi, Bruno Marini. «La richiesta di commissariamento da parte dei revisori dei conti è dell’11 settembre – valuta –, poi ha rimesso il suo mandato la presidente e ora ha dato le dimissioni il direttore generale. Mi chiedo cosa attendano Regione, Farnesina e Prefettura prima di nominare il commissario. Questa situazione getta nella paralisi un ente che ha il compito fondamentale di gestire anche i fondi per le associazioni degli esuli». E sulle recenti dichiarazioni del dimissionario Fabrizio Somma, Marini replica: «Mi fa sorridere che rinneghi la sua notoria vicinanza al Pd, e in particolare all’ex presidente Serracchiani che l’aveva nominato presidente, e all’onorevole Rosato che nella sua veste di capogruppo del Pd alla Camera dei deputati ha caldeggiato quello sciagurato emendamento che ha attribuito all’Upt la gestione dei fondi ministeriali destinati alle associazioni degli esuli. Upt non aveva assolutamente alcun titolo per gestire quei fondi visto che il suo compito è quello di gestire i rapporti con le minoranze italiane oltre confine». –
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