Caos Università popolare, la Farnesina dà l’ok al commissariamento
TRIESTE Via libera del ministero degli Esteri al commissariamento dell’Università popolare. L’indicazione è arrivata in via ufficiale nelle ultime ore con una lettera firmata dal direttore generale della Farnesina, Giuseppe Maria Buccino Grimaldi, e inviata al dicastero dell’Economia, alla Prefettura, alla Regione e agli uffici dell’ente di piazza Ponterosso. Nella missiva si precisa l’intenzione del ministero di «accogliere la proposta di un commissario straordinario, che possa avviare idonee azioni di risanamento della condizione economica e finanziaria dell'Università popolare».
La complessa macchina che gestisce l’Upts verrà dunque smontata pezzo a pezzo, fino a quando non verrà fatta chiarezza sull’origine del buco da 750 mila euro. In queste ore le istituzioni coinvolte - ministero, Regione e Prefettura, tutte favorevoli al commissariamento -, stanno analizzando la situazione, mantenendo però in merito grande riserbo. «Si sta studiando il caso, Upt è una realtà molto particolare, con caratteristiche che non sono state riscontrate in precedenza», si limita a riferire il Prefetto, Anna Paola Porzio. La direzione generale del ministero degli Esteri scrive di essersi «già attivata al fine di verificare la concreta possibilità, anche giuridica, del commissariamento dell'ente».
Quello che va stabilito sono le modalità. I nodi da sciogliere sono due: nel caso si proceda, va individuato il soggetto che nomina il commissario e, successivamente, serve reperire una figura all'altezza vista la singolarità di Upt. Non è da escludere che, a garanzia giuridica e di rappresentatività, ad essere nominate siano due figure: una indicata appunto da Roma, l’altra dalla Regione. Nel caso di commissariamento, tra l’altro, il cda di Upt verrebbe azzerato. Nella lettera inviata nei giorni scorsi, il ministero chiedere anche al collegio dei revisori dei conti di Upt, «di procedere con un ulteriore approfondimento anche al fine di poter fornire un quadro completo della situazione creatasi».
La documentazione allegata dai revisori alla proposta di commissariamento, riferisce in sintesi che il rendiconto economico dell'ente ha fatto registrare - dopo l'ultimo attivo del 2013 - un risultato negativo di 67 mila euro nel 2014, di 59.392 nel 2015 e di 44.326 nel 2016. Come già scritto il consuntivo 2017 non è ancora stato presentato. I revisori, Massimo Spinetti, Carmela Amabile e Francesco Briganti, indicano che Upt risulta debitore nei confronti dello Stato di 290 mila euro derivanti da prelevamenti dal conto relativo alla realizzazione di iniziative finanziate con la legge 73 del 2001, e di 460 mila euro verso il Fondo di riserva per l'anticipazione di spese relative alla medesima legge. «Nella relazione di bilancio consuntivo 2016, il Collegio - scrivono i revisori nella proposta di commissariamento - richiamava l’attenzione sulle ricorrenti perdite di esercizio nell'ultimo triennio e sulla necessità di assumere iniziative per pareggiare il bilancio nell’anno 2017».
E ancora: «Il cda era stato invitato a delineare le linee strategiche idonee a tutelare adeguatamente gli interessi dell’ente. Non avendo le suddette raccomandazioni avuto seguito, il Collegio ritiene necessaria la nomina di un commissario straordinario». Il campanello d’allarme, dunque, era già suonato forte e chiaro.
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