Caos Università popolare: Farnesina e Regione inviano i super ispettori

Un commercialista di Tolmezzo e un viceprefetto nel nucleo di valutazione chiamato a passare i bilanci ai raggi X. Verifiche al via già da questa mattina  
Foto BRUNI 05.09.2018 Università Popolare
Foto BRUNI 05.09.2018 Università Popolare

Trieste, l’Università popolare rimane in stallo: commissario atteso da due mesi
Lasorte Trieste 17/09/18 - Piazza Ponterosso, Sede Università Popolare

TRIESTE Niente commissari alla fine per l'Università Popolare di Trieste, bensì un “nucleo di valutazione” composto dal commercialista di Tolmezzo Alessandro Paolini, indicato dalla Regione, e dal viceprefetto aggiunto Marzia Baso, indicata dalla Prefettura di intesa con il ministero degli Esteri. Già questa mattina i due funzionari entreranno negli uffici dell'Università Popolare per effettuare le prime verifiche. Il loro compito sarà quello di avviare un’attività istruttoria per accertare l’attuale situazione dell’ente morale e indicare eventuali rimedi statutari, già previsti o da avviare, ancora percorribili.

Al termine dell'ispezione, che verosimilmente durerà diverse settimane, Paolini e Baso presenteranno alla Farnesina, alla Regione e alla Prefettura una relazione sull'attività svolta e sulle conclusioni cui sono giunti. Poi spetterà alle istituzioni decidere se e quali provvedimenti adottare.

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La comunicazione dell’imminente arrivo dei due funzionari è stata inviata nei giorni scorsi ai vertici di Upt dalla Prefettura, firmata dal presidente della Regione Massimiliano Fedriga, dal prefetto Annapaola Porzio e dal direttore generale per l'Unione Europea del Maeci, Giuseppe Maria Buccino Grimaldi. Da oggi, quindi, con il supporto degli uffici, Paolini e Baso effettueranno le dovute verifiche su bilanci, verbali delle sedute di consiglio di amministrazione e consiglio direttivo.

Punteranno la lente di ingrandimento sulle spese sostenute, le trasferte, i progetti finanzianti, la gestione dei fondi ministeriali. La comunicazione inviata ai vertici Upt spiega le ragioni che hanno portata a preferire un “nucleo di valutazione” ai commissari. «Si è ritenuto che il commisariamento debba essere utilizzato limitatamente alle situazioni nelle quali sia acclarata l'impossibilità di ricondurre la gestione dell'ente alla legittimità, facendo ricorso a strumenti interni all'ente, nel rispetto del principio della libertà di associazione».

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Foto BRUNI 05.09.2018 Università Popolare

Di qui la decisione di «procedere alla nomina di un nucleo di valutazione che verifichi in posizione di terzietà rispetto agli organi statutari dell'Università Popolare di Trieste, la situazione dell'ente e la natura dei rimedi ritenuti necessari per porre fine alle patologie evidenziate dalle richieste di commissariamento», richieste pervenute sia dal Collegio dei revisori sia dalla presidenza di Upt. Dunque, si inizierà a fare chiarezza sui passaggi che hanno portato l'ente ad una situazione finanziariamente critica.

La scorsa settimana la Regione, interrogata sulla situazione di stallo dell’Upt, non aveva fornito dettagli ma aveva anticipato che nei giorni successivi ci sarebbero state delle novità. Il lavoro dei funzionari potrà spazzare il campo da eventuali dubbi sulle decisioni prese da chi ha guidato l'ente negli anni, o accertarne eventuali responsabilità. Ora c'è da capire se la Regione, in assenza di un commissariamento, procederà quanto prima alla nomina dei due membri del cda che le spettano, consentendo al direttivo di rieleggere un presidente che riprenda in mano la guida di Upt. L'attività della realtà di piazza Ponterosso infatti prosegue, e ha bisogno di un Cda stabile e non di un organo amministrativo zoppo e guidato da una presidente dimissionaria. 

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