Caos palestre dopo il mancato accordo: partite spostate, stop agli allenamenti
TRIESTE. L’accordo tra Uti e Tergestina alla fine non è arrivato. Risultato? Un vero e proprio caos palestre, di cui faranno le spese centinaia di giovani atleti e loro familiari. Ecco le conseguenze dello stallo tra i due protagonisti del braccio di ferro sulla gestione degli spazi scolastici utilizzati dalle società sportive: questo weekend è stata cancellata la partita di basket della Futurosa, altre quattro gare di pallavolo sono state trasferite in strutture comunali, così come due stage di danza e di arti marziali inizialmente in programma in una delle 14 palestre di competenza dell’Uti, attualmente senza gestore. E non finisce qui. Da lunedì infatti salteranno pure gli allenamenti. Abbastanza per far venire una crisi di nervi alle società sportive che, a questo punto, lanciano un disperato appello per superare l’impasse e trovare una soluzione.
Ma come si è arrivati a questo punto? A mezzanotte di ieri è scaduta la convenzione tra l’Uti e la Tergestina. E senza convenzione, come ricordato giorni fa dal presidente dell’Associazione dilettantistica che aveva in carico la gestione degli spazi all’interno degli istituti superiori, non è possibile aprire le palestre. Proprio per evitare di arrivare allo stallo, l’ente che ha raccolto l’eredità della Provincia, in linea con quanto deciso dall’assemblea dei sindaci, aveva provveduto a comunicare con una Pec la decisione di proceder alla proroga fino al 30 giugno.
Dario Bassi ieri ha però rimandato indietro il documento: «C’è un problema di natura fiscale che deve essere chiarito - spiega -. Ci impongono delle condizioni senza chiederci se siamo d’accordo. Noi abbiamo risposto che non possiamo accettare visto che l’Uti non è il Comune: o si rivede la problematica di natura fiscale o siamo pronti a consegnare le chiavi garantendo la massima disponibilità al soggetto che verrà individuato per la prosecuzione del servizio». L’Uti da parte sua ha ribattuto che non ci sono i margini legali per intervenire sulla convenzione se non procedere con una proroga di quella che è scaduta alla mezzanotte di ieri.
In ballo anche gli aspetti economici dell’accordo che l’Uti sostiene di non poter modificare, indicando l’unica soluzione nel rinnovo della convenzione, necessaria per «evitare l’interruzione di pubblico servizio». A complicare le cose c’è poi l’avvicinarsi del 30 settembre, data in cui le Unioni territoriali verranno liquidate da un commissario da individuare entro il primo aprile. A luglio dovrebbe nascere l’ente di decentramento regionale che dunque si farà carico di debiti, crediti e personale attualmente delle Uti. Gli edifici scolastici superiori in passato delle Province e poi delle Uti passeranno direttamente alla Regione, salvo ulteriori interventi normativi.
Solo a partire da quel momento le cose dovrebbero appianarsi, delineando una strada più agile per il bando e l’individuazione del soggetto a cui assegnare per i prossimi tre anni la gestione di tutte le palestre, comprese quelle delle Uti, ad una associazione iscritta al Coni che possa garantire l’apertura, la pulizia, la gestione e la chiusura.
Nell’attesa che il puzzle normativo si risolva, però, resta il caos attuale. E se, come detto, in qualche modo durante il weekend si è riusciti a mettere una pezza, da lunedì le cose rischiano ulteriormente di precipitare. Basta pensare che l’Oma volley conta 150 tesserati tra nove squadre e attività giovanile. «Ci siamo trovati nel giro di poche ore in questa situazione e non abbiamo idea di cosa succederà la prossima settimana per gli allenamenti - commenta il direttore sportivo Massimo Montesion -. Cerco di essere ottimista visto che operiamo soprattutto sul Volta e sull’Oberdan e non riesco neanche ad immaginare cosa succederebbe se non si arrivasse a una proroga».
Critica anche la situazione del Trieste Volley. «Lunedì si preannuncia una pausa forzata - commenta Aaron Fermo, dirigente e allenatore -. Il rischio è che la prima squadra maschile, che gioca in serie C ed è in corsa per i playoff, perda un giorno di allenamento. A questo si aggiungono tre squadre femminili che giocano le partite di campionato e tre allenamenti alla settimana delle under 16 e 18 femminili.
Sarebbe quindi un bel problema». Anche l’Olimpia Trieste è interessata dal problema come spiega Mattia Valles: «La serie D femminile ad oggi non ha una palestra dove allenarsi e la prossima settimana abbiamo il campionato. Non so sinceramente come potrà finire, anche perché non ci sono molti margini. Cercheremo di organizzarci, voglio essere ottimista… o almeno di provo». Le società dilettantistiche, va precisato, per poter usare le strutture pagano comunque una tariffa che, per quanto contenuta a livello di importi assoluti, incide comunque in maniera importante sui loro bilanci.
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