Caos nel sistema dell’emergenza: arrivano i rinforzi per la Sores
Concessi “in prestito” alla centrale di Palmanova sette infermieri, tre dei quali in arrivo da Trieste
TRIESTE Le richieste di mobilità degli operatori della Sores di Palmanova restano. Ma Riccardo Riccardi, dopo un confronto lungo tre ore, fatto anche di toni molto accesi, convince i diretti interessati a credere ancora nella possibilità di poter lavorare in condizioni migliori. C’è pure una prima, concreta soluzione. Arrivano in centrale 7 nuovi infermieri, “in prestito” dalle Aziende sanitarie. Uno, proveniente da Pordenone, è entrato in servizio già ieri sera. Gli altri 6 (2 da Pordenone, 3 da Trieste e uno da Udine) lo faranno nei prossimi giorni. Il contributo è dunque di tutto il territorio, pure dell’azienda di Trieste, che sembrava inizialmente non disponibile.
Era stato il Nursind, nei giorni scorsi, a trasmettere il malcontento dei 38 infermieri impegnati nella Sores, la Sala operativa regionale per l’emergenza sanitaria. La maggior parte, 31, ha pure fatto richiesta di mobilità, lamentando una insostenibile carenza d’organico, viste anche le assenze di 7 dipendenti per malattia e di una aspettativa per maternità. Tutto raccontato nei minimi dettagli ieri anche al direttore di Arcs Francesco Nicola Zavattaro, al vicedirettore centrale Gianna Zamaro e al direttore della Protezione civile regionale Amedeo Aristei. «La situazione è indubbiamente tesa - osserva Riccardi - e in questo lungo incontro gli operatori mi hanno presentato le loro ragioni, molte delle quali considero siano condivisibili».
Le soluzioni? «Occorre ritrovare al più presto le condizioni che ripristinino la fiducia e diano garanzie di proseguire meglio: mi sono impegnato personalmente rispetto a obiettivi che ora definiremo con una stringente tabella di tempi».
Un discorso «franco», lo definisce Riccardi. «Mi auguro sia utile al personale e al sistema che dovrà anche affrontare l'avvicendamento del direttore Antonaglia che per scelta personale ha deciso di anticipare la già prevista quiescenza». Un’altra questione da risolvere in fretta. «Seguiremo le procedure della pubblica amministrazione - dice l’assessore -, ma ci muoveremo il più rapidamente possibile». Quanto al resto, «alcuni passaggi richiedono tempi di istruttoria e procedure inevitabilmente lunghe. Dovrà prevalere il buon senso e si dovrà trovare un punto di incontro tra le parti: io ho messo personalmente la faccia».
Soddisfatto? «È stato un incontro figlio di una storia lunga. Si può fare meglio, e si può senz’altro far lavorare meglio le persone, ma il tema di fondo è che stiamo cercando di colmare il ritardo accumulato dalla nascita di un sistema, nato male due anni fa, su questioni cruciali come la dotazione del personale, le tecnologie, la georeferenziazione». Di certo, sulla centrale unica, non si torna indietro: «Siamo una regione da un milione di abitanti e non è pensabile che ci siano a pochi chilometri di distanza risposte e protocolli diversi: questo non aiuta chi lavora e scarica sugli operatori responsabilità di cui non deve essere gravato».
Il commento del Nursind, con il segretario udinese Afrim Casilli, conferma la stretta di mano: «Abbiamo apprezzato l’apertura dell’assessore, che ha dimostrato di conoscere ogni problematica, e la sua pronta risposta sul fronte del personale. Nell’attesa di verificare che le promesse vengano mantenute, presentiamo comunque le richieste di mobilità».
Nel mirino rimane il direttore di Arcs Zavattaro, di cui sono state chieste le dimissioni. «È una direzione molto assente - afferma Casilli -, lontana dai problemi degli infermieri». —
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