Caos Isee, in picchiata le richieste di sussidi

Per i contributi in materia di diritto allo studio sono pervenute quattro richieste al posto delle abituali 1.600. L’assessore Cecot: «Molte famiglie lasciano perdere»
La compilazione di un modello Isee
La compilazione di un modello Isee

Quattro domande pervenute quando la normalità era 1.600... Basterebbe questo dato per far comprendere a tutti il caos scatenato dal nuovo Isee, l’Indicatore della situazione economica equivalente. A fornirlo l’assessore provinciale al Welfare Ilaria Cecot. «Per i contributi erogati dalla Provincia in materia di diritto allo studio (libri e rimborso trasporti) il regolamento doveva chiudersi il 28 febbraio. La Regione ha già concesso una proroga vista la difficoltà nella compilazione dell’Isee: ad oggi sono pervenute solo 4 domande a fronte delle 1.600 che ogni anno arrivano». Un altro esempio? «La Carta Famiglia scadeva il 15 gennaio ma è rimasta attiva fino al 15 febbraio (domenica scorsa, ndr): il tempo potenzialmente necessario per disporre dell’Isee ordinario e rifarlo. Ad oggi, soltanto una manciata di persone ha le attestazioni a causa delle difficoltà di comunicazione tra i sistemi di Inps e patronato/Caf».

Si rischia la paralisi. E si rischia di penalizzare famiglie bisognose. «La norma nazionale - argomenta Cecot - nasce da un intento corretto ma come succede sempre nel nostro Paese il problema, poi, è l’applicazione. In pratica, il nuovo Isee doveva servire a fotografare in modo puntuale la reale situazione reddituale e patrimoniale dell’utente in modo da distribuire le poche risorse a disposizione con maggiore puntualità rispetto ai bisogni. Inoltre, stando a quanto previsto, doveva essere l’Inps a preparare quasi automaticamente il modello utilizzando le banche-dati già esistenti ovvero quella dell’Agenzia delle entrate. In sintesi, un “cervellone” centrale avrebbe dovuto prelevare automaticamente tutti questi dati, esistenti e già trasmessi agli enti preposti, e con un clik ecco il modello Isee.

Nuovo Isee “blocca” tre posti di lavoro

Nella realtà, ecco cosa succede. Da un modello Isee precedente siamo passati a... 6 modelli Isee ed una singola persona può aver bisogno di modelli diversi a seconda della finalità per cui lo richiede. I modelli sono: Isee ordinario; Isee Università; Isee socio-sanitario; Isee socio-sanitario residenziale; Isee minorenni; Isee corrente. Tutti i documenti valgono dal 15 gennaio al 15 gennaio dell’anno successivo. Una delle maggiori difficoltà che si stanno verificando riguarda l’Isee minorenni relativamente, in particolare, alla definizione del nucleo familiare. In precedenza il nucleo familiare veniva determinato dalla residenza: ora, invece, soprattutto per Isee minorenni e per figli maggiorenni fuori dal nucleo familiare che nel 2013 erano potenzialmente a carico dei genitori la questione si complica poichè chi ha figli minori, ad esempio, ingloba nell’Isee il padre del minore non convivente. Può succedere che una donna abbia due figli con padri diversi, con i quali i rapporti possono essere diversi: per cui la stessa madre potrebbe non riuscire ad ottenere l’Isee minori per un figlio (in assenza dei dati non rilasciati dal padre) e riuscire invece ad ottenerlo per l’altro figlio, semplicemente perchè il padre è più civile».

Solo una delle mille casistiche che fanno arenare l’Isee. I dati richiesti sono relativi ai redditi 2013. In precedenza si richiedeva solo il reddito Irpef presente sul Cud, ora vanno dichiarati anche i redditi soggetti ad imposta sostitutiva, i redditi esenti non erogati dall’Inps (ad esempio pensioni di guerra o pensioni Inail), i redditi fondiari soggetti ad Imu, i redditi all’estero ma solo se un italiano residente all’estero è iscritto all’Aire. «Prima, in 15 minuti, un Isee era pronto - attacca Cecot -. Ora ci vuole almeno un’ora e la stessa persona deve tornare diverse volte al Caf proprio per la difficoltà nel recuperare le informazioni».

Altri dati statistici. «I primi inserimenti degli Isee nuovi risalgono alla metà di gennaio e, ad oggi, molti Caf e Patronati non hanno ancora la possibilità di stampare le attestazioni da consegnare all’utente poichè c’è un problema tra i sistemi gestionali che non “dialogano” tra loro. Preciso che la normativa dice che l’attestazione va consegnata dopo 10 giorni dalla compilazione. La conseguenza? Molte persone lasciano perdere, rinunciando ai contributi, soprattutto mamme con figli minori e padri separati per la difficoltà nel recuperare i redditi del ex compagno/padre».

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