Caos Isee, i Caf sfidano Regione e sindaci

Cgil, Cisl e Uil alzano il tiro dopo il no alla maxiproroga. «Pronti a chiudere gli sportelli e dirottare gli utenti verso i Comuni»
Il calcolo dell'Isee
Il calcolo dell'Isee

TRIESTE. L’ultimo avviso della Cgil è a sindaci: «Incontrino le nostre camere del lavoro sul territorio per cercare di trovare una soluzione all’emergenza Isee». Non ci fosse risposta, si arriverà ai cartelli agli sportelli Caf: indirizzo del Comune e e-mail degli uffici per indicare al cittadino dove rivolgersi. Perché i Caf, ribadiscono pure Cisl e Uil, «non ce la fanno più».

Dopo la fumata nera di venerdì scorso al termine dell’incontro con Debora Serracchiani, assessori Telesca e Panariti, Anci, Upi e Inps, i sindacati tengono viva l’attenzione sulla richiesta della proroga alla Regione, «l’unico modo - insistono le segreterie - per consentire ai Caf di gestire l’assalto dell’utenza che necessita dell’attestato Isee per ottenere i benefici socio-assistenziali». Nello stesso momento, tra l’altro, in cui un’altra fascia di cittadini chiede ai centri per l’assistenza fiscale un supporto per l’integrazione del 730 precompliato.

Un’alternativa ci sarebbe. Cgil, Cisl e Uil la rilanciano alla luce dei numeri. Davanti a una platea di circa 125mila persone coinvolte (di cui 80mila a carico dei Caf e con una previsione di 45mila senza risposta), servirebbero 24 lavoratori a tempo pieno per accontentare tutti. «Noi alla Regione abbiamo dato le due opzioni - riassume il segretario della Cgil Fvg Franco Belci -: o interviene con la proroga a fine ottobre sulle misure più importanti oppure costituisce una task force di addetti supplementari, con il sindacato che si rende disponibile sin d’ora alla loro formazione». Ci fosse un doppio rifiuto (come del resto è emerso venerdì), incalza il segretario Cgil, «saremmo costretti a far sapere ai cittadini che noi abbiamo fatto il possibile e qualcun altro no. E, in assenza di una presa di posizione anche da parte dei sindaci, appenderemo agli sportelli Caf dei cartelli che indirizzano l’utente all’ente pubblico che chiede l’Isee».

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Continua il caos Isee

L’ultima carta, insomma. Conseguenza, prosegue Belci, «di un’operazione nata male sin dall’inizio». Le colpe? «In primis di Renzi. È stato il premier a costruire la novità del 730 in modo però incomprensibile non solo al cittadino medio, ma pure al professore universitario. Ed è stato ancora lui a ridurre i trasferimenti ai Caf impedendoci di rispondere alla situazione postriforma dell’Isee con personale adeguato alle difficoltà».

Il sindacato non ha gradito nemmeno il comportamento di Regione e Comuni, «con i sindaci che continuano a chiamarsi fuori e presentano al tavolo delegazioni improbabili - dice ancora il segretario della Cgil -. Sembra che sia la giunta che l’Anci continuino a pensare che in qualche modo i Caf se la caveranno. Al contrario, come denunciamo da tempi non sospetti, dato che non si può cavare sangue dalle rape, i Caf non se la caveranno in nessun modo se le cose non cambieranno in fretta, tanto più quando tra pochi giorni scatterà il procedimento di esenzione dal superticket sanitario, cui si può accedere solo con Isee in mano».

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L'assessore alle Politiche sociali Laura Famulari durante un sopralluogo a Casa Serena nel 2012

Anche Cisl e Uil si dicono pronte all’operazioni cartelli o comunque alle braccia alzate. «Non so se scriveremo l’indirizzo dei municipi ai nostri sportelli - fa sapere Claudio Cinti della Uil Fvg -, indicando quella via ai cittadini, ma ci sarà un momento in cui saremo obbligati ad arrenderci e a informare la gente che non siamo in grado di elaborare le pratiche. E che dunque gli toccherà rivolgersi a quelle stesse istituzioni che chiedono l’Isee». «Un grande dispiacere - aggiunge Giovanni Fania, segretario generale della Cisl Fvg - perché si tratta di persone che hanno reale bisogno di interventi socio-assistenziali. Ma, pure noi, dovremo scrivere allo sportello “ci dispiace, non possiamo erogare il servizio”».

Nel mirino di Fania c’è ancora la giunta Serracchiani: «Non si è resa conto della portata del problema e ora non sa come gestirlo. Ma, prima o poi, dovrà prendere atto che non esiste alternativa a una proroga prolungata nel tempo».

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