Caos Giudici di pace, oltre duemila sentenze “sepolte”

Manca il personale amministrativo per notificarle alle parti. Valanga di cause monfalconesi. In stallo altri casi già chiusi
Fascicoli affastellati nell'Ufficio del Giudice di pace
Fascicoli affastellati nell'Ufficio del Giudice di pace

L’Ufficio del Giudice di pace di Gorizia è al limite del collasso. Di mezzo c’è la valanga di cause piovute dal territorio monfalconese, con la chiusura della sede cittadina, assieme a quella di Gradisca. E presto a reggere le sorti dell’Ufficio diventato unico riferimento per l’intero territorio Isontino, ci sarà un solo giudice, Giuseppe La Licata, con l’entrata in quiescenza, il prossimo 10 maggio per raggiunti limiti di età, del collega Giancarlo Sgrazzutti. Una situazione davvero difficile, che sconta gli effetti di un sistema giudiziario all’insegna dei tagli e della “coperta corta”. Basti pensare che i bandi per l’assunzione del personale amministrativo, ma anche della magistratura onoraria, sono bloccati da anni.

E dire che il campanello d’allarme era già scattato con ampio anticipo: nel 2010, infatti, in occasione della visita degli ispettori del ministero di Giustizia, fu “stilato” un vero e proprio “bollettino di guerra”, mettendo in chiara evidenza lo stato di sofferenza dell’Ufficio, in particolare proprio in relazione al personale amministrativo.

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Bonaventura Monfalcone-28.05.2014 Trasferimento definitivo giudice di pace-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Segnali premonitori. Tanto che i numeri di oggi consegnano un quadro da emergenza.

Le cifre parlano chiaro. Oltre duemila sentenze, tra procedimenti penali e civili, rimangono al palo, già depositate in cancelleria, ma in attesa di comunicazione e notifica alle parti. Si tratta di 800 sentenze penali e di 1.400 civili.

Altre duemila sentenze penali sono in attesa della dichiarazione di irrevocabilità, per diventare definitive ai fini degli eventuali appelli. Si aggiungono 3.500 fascicoli per adempimenti di riscossione delle multe, delle ammende e delle spese processuali.

In piedi rimane, inoltre, l’«evasione» residuale dei 5.500 ricorsi avviati nel 2007 in ordine al caso dei “semafori rossi” di Gorizia che produssero 12.500 multe elevate dalla Polizia municipale: all’appello mancano 200 cause.

Cifre da calvario anche quando si tratta dei decreti ingiuntivi, che peraltro la dicono tutta in fatto di crisi economica: solo nel primo scorcio del 2015 ne sono approdati all’Ufficio goriziano 265. E lo scorso anno s’era chiuso a quota 1.000. Aziende e fornitori alle prese con il recupero dei crediti, ma anche liberi professionisti, come avvocati o notai, esposti con i mancati pagamenti.

Giudici di pace, avvocati in “sciopero”
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Insomma, per l’Ufficio del Giudice di pace di Gorizia la corsa ad ostacoli è quotidiana. L’effetto-accorpamento delle sedi di Monfalcone e Gradisca ha innescato di fatto il timer di quella che si profila come una sorta di “bomba ad orologeria”, avendo trasferito una mole di lavoro decisamente onerosa. A pesare in modo particolare è stata proprio l’«eredità» del territorio Monfalconese, considerato che l’Ufficio cittadino è sempre stato più oberato rispetto alla stessa sede giudiziaria goriziana.

Per contro, l’organico è ridotto all’osso, avendo acquisito solo due operatori amministrativi, provenienti da Gradisca. La migrazione del restante personale dalle sedi dismesse, ossia 4 amministrativi di Monfalcone e due di Gradisca, è stata assorbita tra i Tribunali e le Procure di Gorizia e di Trieste.

Attualmente, nell’Ufficio goriziano sono in servizio un direttore amministrativo, in assegnazione provvisoria, un cancelliere per il settore civile, sempre in assegnazione provvisoria, dipendente del Comune di San Canzian d’Isonzo, e un operatore giudiziario. Un secondo cancelliere è in aspettativa, di rientro a novembre prossimo.

Il settore penale, a fronte di due operatori giudiziari in forza, sconta invece la mancanza del cancelliere, sopperita di fatto dallo stesso direttore amministrativo. Dulcis in fundo, il commesso è in malattia da un paio di anni.

Per i giudici La Licata e Sgrazzutti tutto si traduce in un tour de force senza soluzione di continuità, alle prese con le udienze il lunedì, il giovedì e il venerdì e le incombenze preparatorie spalmante sugli altri due giorni settimanali. Per loro il lavoro si trasferisce anche a casa, il sabato e la domenica.

Il problema di fondo, dunque, non è tanto lo smaltimento delle cause, come fanno sapere dell’Ufficio goriziano, quando piuttosto proprio il completamento dei procedimenti giunti a sentenza.

Un esempio su tutto: sia per il settore civile che per quello penale, è stato spiegato, dall’iscrizione a ruolo degli atti di citazione la prima udienza viene fissata mediamente nel giro di un mese.

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