Cantieri in via Bonetti, a rischio la palestra di roccia

Le strada e il traffico saranno tutelati, e più sicuri, ma ora ad essere minacciato è il futuro della storica palestra di roccia. Accade a Doberdò del Lago, dove stanno suscitando preoccupazioni tra gli appassionati di arrampicata e soprattutto i vertici del Club alpino goriziano gli sviluppi dell’atteso intervento per la mitigazione del rischio di caduta massi lungo via Bonetti, da tempo chiusa al passaggio che dalla statale del Vallone parte per raggiungere proprio l’abitato di Doberdò. La strada passa anche un centinaio di metri al di sotto di Casa Cadorna, il ricovero del Cai di Gorizia che porta il nome del Capo di stato maggiore dell’esercito italiano durante la Grande Guerra e che i volontari del Cai appunto aprono soprattutto durante i weekend per renderlo punto di appoggio per gli escursionisti e gli arrampicatori.
Già, perché lungo la falesia a strapiombo che scende verso il lago e verso la strada nei pressi di Casa Cadorna si sviluppa una storica palestra di roccia assai frequentata da appassionati provenienti da tutta la regione e anche dalla Slovenia. Proprio quella falesia oggi viene interessata però dal cantiere per la messa in sicurezza della strada, e questo preoccupa molto il Cai di Gorizia, che teme che gli interventi possano essere tanto invasivi da rendere inutilizzabile in futuro la palestra, e chiede chiarezza. «Da quanto possiamo osservare sulla roccia dopo questo inizio dei lavori, pare che sulla parete saranno sistemati diversi fittoni metallici sporgenti, come si può intuire anche dalla presenza in loco della perforatrice – dice Giorgio Peratoner, presidente del Cai di Gorizia –. A giudicare poi dai segni gialli che sono stati tracciati lungo la falesia, pare che i fittoni saranno piuttosto numerosi: solo questo stravolgerebbe la palestra, che diventerebbe addirittura del tutto inutilizzabile qualora venisse collocata pure la rete di contenimento della roccia».
Questo potrebbe significare la “fine” della falesia e di Casa Cadorna, dove peraltro passano anche l’Alpe Adria Trail e il sentiero Cai numero 72. «Chiediamo con urgenza che venga fatta chiarezza sulla tipologia dell’intervento e sui suoi effetti – dice ancora Peratoner –, perché pur sapendo dei lavori, né noi né la proprietà eravamo stati messi al corrente del loro impatto sulla palestra di roccia». Il sito infatti appartiene alla FerroJulia, che lo dà in concessione (con un affitto “simbolico”) al Cai. La falesia di Doberdò è conosciuta e particolarmente apprezzata per le sue caratteristiche, visto che malgrado le dimensioni ridotte offre vie di diversa difficoltà ed è facilmente accessibile. Sulla palestra, riattrezzata nei primi anni Duemila, il Cai ha investito energie e risorse, dato che ogni due anni la struttura dev’essere verificata e certificata dalle guide alpine.—
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