Cantiere dissequestrato in piazza Duomo: gli 80 scheletri risalgono al ’600

L’intervento è ripreso senza più intoppi. Restyling completato entro luglio. I resti saranno tumulati nel cimitero centrale
Il cantiere dissequestrato (Bumbaca)
Il cantiere dissequestrato (Bumbaca)

Resti umani, dissequestrato il cantiere in Corte Sant'Ilario

GORIZIA È stata dissequestrata l’area di corte Sant’Ilario (o piazza Duomo) dove, durante i lavori di rifacimento della piazza, erano riemersi resti umani. Le indagini hanno permesso di accertare che gli ottanta scheletri appartenevano a sepolture di un vecchio cimitero risalente alla fine del Seicento o, forse, all’inizio del Settecento.

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Accertato questo e verificato che la scoperta non nascondeva eventi delittuosi e che le evidenze rinvenute erano coerenti con l’uso dell’area, noto e già evidenziato dal “Documento di valutazione del rischio archeologico” allegato al progetto, la zona è stata restituita al cantiere che potrà ultimare i lavori, previo esaurimento delle verifiche stratigrafiche.

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La casa dove, durante la ristrutturazione, sono stati trovati resti umani risalenti all’Alto Medioevo (Bumbaca)


Ad annunciarlo ieri mattina, durante un sopralluogo in piazza Duomo, il sindaco Rodolfo Ziberna e l’assessore ai Lavori pubblici, Arianna Bellan. Presenti, fra gli altri, anche don Nicola Ban, il neoresponsabile per l’arte sacra dell’Arcidiocesi Roberto Grion, il dirigente del settore lavori pubblici del Comune Alessandro De Luisa oltre all’archeologa Paola Ventura (in rappresentanza della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Fvg), la collega incaricata dallo studio di progettazione “Stradivarie” Luciana Mandruzzato, il direttore dei lavori sempre di Stradivarie Roberta Moretton e i rappresentanti dell’associazione temporanea d’impresa formata da Ici coop di Ronchi dei Legionari e Deon di Belluno che stanno eseguendo l’intervento.

«Entro luglio - l’annuncio di Ziberna - i lavori saranno conclusi. E, al contrario di quanto si possa credere, rimarrà sostanzialmente intatto anche il numero di posti-auto, seppure dislocati in maniera diversa. Era il caso di intervenire su uno dei cuori della città: prima, quest’area era un brutto parcheggio e squalificava pure il Duomo nella sua maestosità».

Sia Ziberna sia Bellan hanno voluto, subito, evidenziare che il sequestro dell’area interessata dai ritrovamenti non ha bloccato il cantiere, in quanto i lavori di Corte Sant’Ilario prevedevano e prevedono una riqualificazione più estesa rispetto all’area sottoposta a sequestro.

Inoltre, a metà ottobre, sono iniziati i lavori anche in piazza San Rocco dando così la possibilità all’impresa di agire su più fronti. Questo ha consentito di evitare ritardi rispetto al cronoprogramma che prevede la fine ufficiale dei lavori a inizio ottobre ma, se non ci saranno altri impedimenti, entrambe le piazze potranno essere restituite alla città nel mese di luglio di quest’anno. «La presenza degli scheletri - ha evidenziato la rappresentante della Soprintendenza - non ci ha sicuramente colti di sorpresa. Sapevamo che lì c’era un’alta probabilità di rinvenire qualcosa. Sono stati trovati anche alcuni oggetti di corredo ma davvero pochissime cose».

Dove finiranno, ora, tutti questi resti umani? Le tante ossa rinvenute (che dovrebbero appartenere a un’ottantina di persone morte, come si diceva, almeno 400 anni fa, visto che il cimitero sarebbe stato dimesso verso la fine del Seicento o inizio Settecento) sono state sistemate in una ventina di cassette di zinco e verranno, poi, tumulate nel cimitero centrale in una fossa di rotazione. Ma queste persone non saranno “dimenticate”. C’è l’intenzione, infatti, di proseguire l’approfondimento storico e archeologico inerente non solo il cimitero rinvenuto ma anche i resti murari riguardanti l’antica chiesa.

Una volta elaborate le informazioni della ricerca saranno effettuati incontri pubblici in cui sarà ricostruita, di fatto, una parte della storia forse ancora poco conosciuta, di questa parte dell’antica Gorizia. —


 

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