Canottieri Timavo volta pagina, prevale l’anima degli armatori
Votano 290 soci di cui 121 con la delega. Nel Consiglio direttivo tre “superstiti”. L’ala sportiva non piazza Strukelj. Ora gli undici dovranno scegliere il presidente
Bonaventura Monfalcone-31.03.2019 Probiviri Timavo-Elezioni nuovo consiglio-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
MONFALCONE La Canottieri Timavo volta pagina affidandosi a un consiglio direttivo totalmente nuovo per oltre la metà dei rappresentanti (6 elementi alla loro prima volta nel comitato decisionale, a ricoprire le 11 cariche che saranno assegnate internamente dopo la prima riunione) ma il futuro resta ancora tutto da scrivere, perché quello che emerge dalle elezioni andate in scena ieri tra l’oratorio San Michele, che ha ospitato in mattinata urna e votanti, e la sede della società, dove nel pomeriggio si è tenuto lo spoglio, è la frattura interna tra l’anima sportiva e quella diportista della società che il nuovo direttivo dovrà essere bravo a ricucire.
A uscire con il titolo di più votato da elezioni fortemente partecipate in un momento delicato nella storia del sodalizio (ben 290 voti validi su 348 soci aventi diritto, di questi 121 arrivati tramite delega, segno che anche i soci impossibilitati ad arrivare al San Michele hanno voluto avere voce in capitolo), come comunicato alle 17 in punto di ieri dal probo viro Guido Berti, è stato Denis Tandin, con 151 voti. Tra Tandin e l’ultimo degli eletti, Luciano Signorelli, solo 13 voti di differenza, con l’equilibrio come altra nota significativa della giornata.
Gli altri componenti che andranno ad eleggere il presidente a stretto giro di posta (non è detto che debba essere per forza il più votato, anzi spesso nella storia della Canottieri non lo è stato) sono Manfredi Jacumin, Paolo Alessandris, Gian Paolo Orzan, Marcello Queirolo, Mauro Serra, Paolo Signorelli, Cristiana Metta, Michela Pitton e Bruno Pacchialat. Proprio Pacchialat, Luciano Signorelli e Jacumin sono i “superstiti” del vecchio direttivo. Per Alessandris e Paolo Signorelli è un ritorno, per tutti gli altri (Tandin, Orzan, Queirolo, Serra, Metta e Pitton) sarà l’esordio. Lo statuto della Canottieri Timavo non premia le classiche “cordate” per la presidenza ma è risaputo che a salire sull’ipotetico ring in via Agraria erano due diverse fazioni, una costituita soprattutto dagli armatori delle barche a vela, l’altra dal mondo sportivo biancoblù («Mai visto canoa e canottaggio insieme con tale unità d’intenti», rivelava in mattinata uno dei soci). A uscire sconfitta dalle elezioni è stata quest’ultima: il candidato presidente dello sport della Timavo, neppure troppo nascosto, era Nicola Strukelj, che però si è fermato a quota 133 voti, almeno 6 sotto il limite (a 138 sarebbe passato il socio più anziano), e non è quindi riuscito a entrare in consiglio.
Ieri pomeriggio, dopo l’affissione dei risultati in bacheca, qualche socio ha ipotizzato un “punteggio” finale di 7-4 per gli armatori. Questo ovviamente non vuol dire che le sezioni sportive da sempre cardine dell’attività escano per forza ridimensionate, tanto più che nel corso dell’assemblea che ha preceduto l’inizio delle votazioni sono stati gli stessi probi viri, ovvero coloro che in questi ultimi 2 mesi hanno tenuto in mano il timone della società, a mettere in chiaro le cose. «L’attività sportiva non subirà alcun contraccolpo e la Canottieri Timavo continuerà a essere fondata sulla sua tradizione”, spiega Antonino Di Miceli, uno dei 5 probi viri. Incaricato a presiedere l’assemblea è stato Innocenzo Sansone, già campione del canottaggio ed ex presidente, che ha ricordato come uno dei primi impegni del nuovo presidente sarà quello di mettere in cantiere un adeguato ricordo del 70° anniversario dell’oro agli Europei di Amsterdam del 1949 del 4 con della Canottieri. Come dire, non dimenticatevi da dove si è partiti. Uno dei componenti di quell’equipaggio è “Miro” Bobig, che a 99 anni di età (è un classe 1920) ha votato per delega. Il nuovo direttivo resterà in carica per un anno e mezzo, fino al dicembre 2020, ereditando la scadenza del precedente. Dovrà chiaramente gestire l’evoluzione della spinosa questione dell’ammanco in cassa (290mila euro) e organizzare i festeggiamenti per il Centenario della società, fondata nel 1920. —
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