Canottieri Timavo, spariti 292 mila euro. Il responsabile muore prima di restituirli
MONFALCONE Quando la storia è venuta a galla, a più d’uno sono cadute le braccia. Non ci si poteva credere che, davvero, una somma così ingente – «poco meno di 292 mila euro» – si sarebbe volatilizzata dalle casse della Società canottieri Timavo, la più antica delle associazioni attive a Monfalcone, Stella d’oro al merito del Coni, fondata 99 anni fa e dunque in procinto di tagliare, nel 2020, il secolo di vita.
Invece questo è quanto denunciato, agli sgoccioli di gennaio, al comando della Guardia di finanza di via Boito dal presidente in carica Lorenzo Lorenzon (accompagnato nell’adempimento dal legale del sodalizio Lorenzo Presot), dopo aver informato il direttivo in una riunione di due settimane fa, convocata in via urgente e verbalizzata. Una segnalazione, quella depositata in caserma, corredata da una «scrittura privata», risalente alla scorsa primavera, nella quale una terza persona del direttivo – secondo la ricostruzione fornita dal presidente della società all’avvocato, agli altri membri del consiglio e allegata pure nell’esposto – avrebbe ammesso le proprie responsabilità, firmando il documento stampato a computer e impegnandosi a restituire, secondo modalità (rate) e tempi pattuiti, l’ingente cifra. Ma il patto nei mesi successivi non sarebbe stato onorato e solo un’irrisoria somma, rispetto al totale indebitamente sottratto, risulterebbe realmente corrisposta. Inoltre, ultimo tassello, prima che ai finanzieri venisse riferito il fatto, questa persona è morta.
«Io stesso, da due anni legale della Timavo, ho consigliato al presidente di rivolgersi alla Gdf non appena mi ha informato del decesso», spiega sempre l’avvocato Presot, confermando l’entità dell’ammanco, pari appunto a «poco meno di 292 mila euro». Della vicenda Lorenzon «è venuto al corrente alcuni mesi fa, subito prima di concordare il rientro delle somme con quella persona», ancora il legale. Il totale sarebbe sparito «nell’arco di quattro anni». Il condizionale nella vicenda è d’obbligo perché fin qui si è potuta interpellare una sola parte, essendo l’altra venuta a mancare.
Ed è anche per questo che ora, a fronte di un caso che sta suscitando un vespaio in città e del quale si conosceranno contorni più precisi solo alla prossima assemblea dei soci, indetta in via straordinaria domenica al Kinemax (ordine del giorno: dimissioni del direttivo), la palla passa ai finanzieri e alla Procura, avvisata dei fatti. Saranno dunque le indagini – mantenute in questa fase nel più assoluto riserbo – a chiarire cosa sia effettivamente accaduto negli ultimi anni in via dell’Agraria e se vi siano più responsabilità in campo ed eventualmente addebitabili a chi, posto che le distrazioni si sarebbero verificate in un quadriennio. Ricorrendo, pare, anche a documenti falsamente prodotti. Dovesse trovare puntuale riscontro il resoconto del vertice, bisognerebbe poi prender atto del fatto che qualunque reato nel caso ipotizzato si estingue con la morte. E allora come si recupererebbero le cospicue somme?
Del resto, va detto, è stato lo stesso presidente a chiedere ai militari, con la sua segnalazione, che si facesse chiarezza e si indagasse per capire se vi siano pure altre e ulteriori responsabilità. Si può immaginare, comunque, che ora i militari passeranno al setaccio ogni operazione svolta, fermo restando che – stando a quanto trapelato – la situazione economica della società non risulterebbe affatto dissestata, come rileva pure Presot. Anzi in questi anni si sono effettuati importanti investimenti, sempre riuscendo a ottemperare tutte le attività prefisse («molti e importanti lavori sono stati eseguiti», dice sempre l’avvocato), onorando fornitori e prestatori d’opera. Basti pensare all’ampliamento degli spazi acquei con i nuovi pontili, realizzati nel 2017 e inaugurati nel 2018, e per i quali si erano iniziate ad accantonare somme già dal 2016. Opere fondamentali, che avevano anche portato nuova linfa alle casse, necessaria a realizzare poi ulteriori strutture a favore dei tesserati. Situazione florida, dunque, che forse in parte spiegherebbe come mai non ci si sia accorti prima degli ammanchi, pur considerevoli.
Persone che per ora preferiscono rimanere anonime tracciano in maniera positiva la figura della presidenza, soprattutto per il grande attivismo e l’attenzione al vivaio sportivo giovanile, curato con passione. Alla riunione Lorenzon, che ieri non ha voluto commentare per via delle «indagini in corso», ha rassegnato le dimissioni, ma il direttivo non le ha accettate, congelando la situazione almeno fino alla prossima assemblea. –
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