Canoni “su misura” per gli alloggi Ater

Arriva la riforma messa a punto dalla giunta Serracchiani: il sistema di locazioni delle case popolari archivia le tariffe minime. Gli importi verranno tarati in base all'identikit delle famiglie e alle condizioni dell’abitazione
La consegna di un complesso residenziale Ater
La consegna di un complesso residenziale Ater

Dopo sanità ed enti locali, tocca al pianeta casa. La giunta regionale si prenderà buona parte del 2015 per riformare l’intero welfare abitativo. Sostegno agli affitti e mutui prima casa, soprattutto. Si tratterà di un testo unico, pensato per raccogliere tutti i provvedimenti esistenti che attualmente sono disseminati in varie linee di intervento.

Tra le priorità la rivisitazione del sistema delle locazioni Ater: dal classico modello finora in uso sui canoni “minimi”, applicati per rispondere alle fasce più deboli della popolazione, si passerà alle tariffe “congrue”. Cioè tarate non solo sull’identikit del nucleo famigliare, come il reddito e il numero di figli a carico, ma anche sulle condizioni dell’alloggio.

Uno schema unico valido per tutta la regione, legato «a parametri oggettivi e misurabili», anticipa l’assessore Mariagrazia Santoro. «Dobbiamo dare più omogeneità al sistema di gestione dell’edilizia sociale sul territorio regionale - osserva - limando le differenze e adeguando maggiormente gli strumenti alla situazione economica».

La riforma della casa sarà quindi obiettivo principale per il 2015. «Nel corso dell’anno avremo un testo unico, una legge che affronti il tema del diritto all'abitazione in maniera organica, complessiva - annuncia l’assessore -. Non una norma meramente sull'edilizia residenziale pubblica, ma che sappia, mediante l'istituzione di un sistema regionale, affrontare il “pianeta casa” ridando alla Regione la facoltà di poter guidare i processi».

Santoro non scopre ancora le carte: il settore è delicato e necessita ancora di un ampio approfondimento, tanto più davanti a un panorama notevolmente mutato negli ultimi anni e che va di pari passo con la crisi e la disoccupazione. I cittadini, senza lavoro o con contratti precari, non possono più permettersi di comprare casa, ad esempio. E così le richieste di aiuto alla Regione scendono vertiginosamente. Nel giro di dieci anni, stando agli studi in mano all'assessorato, la domanda di fondi pubblici per l’acquisto dell’abitazione è scesa del 34% (2.438 nel 2004, 1.612 del 2014).

La caduta libera era partita proprio con il 2008, l’anno che segna l’inizio della congiuntura economica: dalla punta massima raggiunta nel 2007 (6.811 richieste di contributo) a oggi si precipita al -76%. Cresce a dismisura, parallelamente, il bisogno di un aiuto per pagare l’affitto. La domanda negli ultimi anni è salita del 112,25%, con un fabbisogno schizzato dai 10.755.436,13 euro del 2004 ai 24.169.289,34 del 2014. Tutto ciò a fronte di un continuo calo di risorse pubbliche.

«La nuova legge regionale punterà soprattutto a un adeguamento degli strumenti di intervento all’identikit dei nuovi bisogni - conferma l’assessore - mirando a legare maggiormente la risposta alla domanda di abitazione con gli altri servizi dell’area welfare, facendo quindi convergere le politiche di accesso all’abitazione alle politiche già esistenti di accompagnamento sociale. L’analisi dei bisogni - riflette Santoro - ha fatto emergere profondi cambiamenti nelle necessità dei cittadini. Ad esempio, a fronte di un mercato in cui le banche concedono mutui a tasso molto agevolato l’azione della Regione deve indirizzarsi a ridare fiducia a quelle persone che non hanno nemmeno le credenziali per accedere ai mutui, piuttosto che mettersi in competizione con gli istituti bancari».

La giunta proseguirà anche con gli interventi di riqualificazione edilizia, ristrutturando l’esistente. «In questa direzione - rileva l’esponente della giunta - sono già stati compiuti concreti passi in avanti con l’approvazione, recentissima, del nuovo regolamento per il riuso che fissa le regole per l’erogazione di contributi a persone e soggetti privati, per il recupero di abitazioni inutilizzate nei centri storici». Il provvedimento al momento può contare su una dotazione finanziaria di 12 milioni di euro. A ciò si aggiungono i 2,3 milioni alle Ater per la manutenzione degli alloggi e il milione per la riqualificazione energetica degli immobili.
 

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