Candidatura Unesco: la Regione toglie l’appoggio a Grado
Dirottate le risorse sul progetto Collio-Brda. L’isola potrà tornare in corsa solo se sarà abbinata ad Aquileia
GRADO La Regione sta per fare dietrofront sull’appoggio alla candidatura a sito Unesco di Grado, preferendo investire su quella del Collio-Brda.
Nei prossimi giorni infatti la norma in questione andrà all’esame della commissione cultura del consiglio regionale. La norma prevede “l’abrogazione delle disposizioni vigenti volte a supportare la candidatura del Comune di Grado e del suo patrimonio immateriale come sito Unesco, in ragione della volontà oggi manifestata dall’Amministrazione regionale di appoggiare, in sede nazionale e in sede Unesco, l’analoga candidatura che la Slovenia è in procinto di presentare con riferimento al territorio del Collio goriziano italiano/sloveno”.
Si tratta di una notizia che lascia perplessi ma che viene giustificata col fatto che l’Unesco tende ormai ad approvare perlopiù le cosiddette candidature seriali. L’esempio è quello delle città fortezza dove assieme ad altre città come Bergamo, è stata inserita anche Palmanova.
Un primo esame generale della proposta di questa leggina regionale è già passata al vaglio della commissione bilancio ma ora, per i singoli argomenti sarà esaminata nelle altre commissioni, tra le quali, come detto, la commissione cultura.
Tuttavia è evidente che la decisione della maggioranza è ormai presa e indubbiamente non sarà una decisione che farà piacere a Grado. Anzi, è probabile che non mancheranno delle critiche.
L’assessore regionale alla cultura Tiziana Gibelli prima di addivenire a questa decisione ha comunque pensato di risolvere il problema Grado in una maniera diversa, cioè con l’idea di allargamento del perimetro del riconoscimento che l’Unesco ha fatto per Aquileia.
Ora, però, mentre la candidatura Slovena per il riconoscimento del Collio sembra sia ormai avviata e quella regionale arriverà di conseguenza, per il riconoscimento di Grado i passaggi sono diversi.
La Regione dovrà, infatti, fare questa proposta al Ministero per i beni culturali che a sua volta dovrà inoltrare la richiesta all’Unesco mettendo bene in evidenza i legami storico-culturali-religiosi e archeologici che legano Aquileia e Grado.
Quindi non una candidatura propria come voleva il consiglio comunale di Grado che aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno proposto dal dem Luciano Cicogna e sottoscritto da alcuni consiglieri della maggioranza. Una candidatura questa che puntava esclusivamente sulla laguna.
E, a proposito di questo, c’è da ricordare ulteriormente che a dicembre dello scorso anno il Consiglio regionale approvò un emendamento presentato dall’ex consigliere regionale, il gradese Alessio Gratton e sottoscritto da altre consiglieri di maggioranza oltre che dal consigliere regionale gradese di minoranza Roberto Marin, che stanziava 20 mila euro affinché la Regione sostenga la candidatura di Grado come sito Unesco.
Non sembra, tra l’altro, che di quest’importo sia stato speso nulla. È pertanto probabile che oggi i 20 mila euro, dopo essere rientrati nella cassa generale, possano passare a favore del sostegno regionale del Collio goriziano italiano/sloveno. Non va dimenticato inoltre che Grado punta all’Unesco ormai da tanti anni. La prima volta, per iniziativa del Lions Club risale addirittura al 2005. Allora a sostegno della candidatura che puntava essenzialmente sulle basiliche paleocristiane, oltre a un lungo elenco di autorità e personaggi, furono raccolte ben 25.000 firme.
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