Cancellerie e uffici senza personale, la giustizia in crisi scende in sciopero

Cgil, Cisl e Uil: «Nel 2021 resterà scoperto il 50% dei posti». Solidarietà dei presidenti del Tribunale e della Corte d’appello

TRIESTE Il personale in servizio nei tribunali del Friuli Venezia Giulia presto coprirà solo metà dei posti necessari e i sindacati proclamano lo sciopero, che oggi paralizzerà la già acciaccata amministrazione della giustizia ma che incassa ugualmente la solidarietà di magistrati e avvocati davanti a un problema che il presidente del tribunale di Trieste Pier Valerio Reinotti non esita a definire «drammatico».

Sono circa novemila i buchi in organico nei tribunali italiani e altri diecimila se ne creeranno con i pensionamenti da qui al 2021, di cui settemila solo quest’anno. Una situazione che fa dire a Cgil, Cisl e Uil che «la giustizia è in ginocchio»: i sindacati annunciano il blocco di tribunali e procure in tutta Italia «contro lo stato di degrado e per la qualità del servizio pubblico, che rischia la paralisi». Donatella Sterrentino (Fp-Cgil), Davide Volpe (Cisl-Fp), Lorenzo Schiavini (Uilpa) citano i dati contenuti nella relazione di apertura dell’anno giudiziario e parlano di «esodo che si abbatte su una situazione già pesantissima: in Fvg negli uffici giudicanti (tribunali e giudici di pace) manca mediamente il 18% del personale, con punte del 25% tra i cancellieri e addirittura del 50% tra i funzionari. Ancora più pesanti i vuoti nelle procure, dove il deficit medio è del 26%, per salire al 33% tra i cancellieri e al 43% tra i funzionari». Il quadro viene denunciato con puntualità anche dagli alti magistrati durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, che si tratti del Tribunale, della Corte d’appello o della Corte dei conti, che ben sanno come la macchina della giustizia non si componga di soli processi ma anche di tutele, amministrazioni di sostegno, asseverazioni di traduzioni e perizie: incombenze che stanno spremendo sempre più gli uffici.

I sindacati manifesteranno domattina in Foro Ulpiano a Trieste per chiedere «risorse, assunzioni e percorsi di riqualificazione del personale in servizio», perché «la giustizia non si amministra solo con i magistrati, i cui organici sono in linea con le previsioni, ma anche con il personale degli uffici che al termine del triennio 2019-2021 dovrà fare i conti con un vuoto di organico del 50%», con un’accelerazione dovuto all’accesso a Quota 100. Per Cgil, Cisl e Uil, «il migliaio di assunzioni a livello nazionale dell’ultimo concorso è una goccia nel mare. Né si può pretendere di far funzionare gli uffici continuando a far ricorso ai lavoratori precari».

Il presidente della Corte d’appello Oliviero Drigani si dice «d’accordo sulle doglianze dei sindacati, che abbiamo incontrato condividendo l’analisi sulle scoperture. La macchina della giustizia è paralizzata: siamo coperti per quanto riguarda i magistrati ma così non è per il personale. Il ministero ha programmato un iter di assunzioni che comincerà a settembre, ma sarebbe opportuno programmare una regionalizzazione dei concorsi per evitare rifiuti delle sedi assegnate e richieste di trasferimento». Per il presidente del Tribunale Pier Valerio Reinotti, «la situazione è ai confini della drammaticità: pensionamenti ed esodi non sono mai stati rimpiazzati, dal commesso al funzionario. Il problema si trascina e non si trovano soluzioni, per non parlare del fatto che le scoperture reali sono maggiori di quelle dichiarate, che non considerano part-time, assenti per malattia e chi assiste parenti anziani».

Il presidente dell’Ordine degli avvocati Alessandro Cuccagna evidenzia «gli sforzi di magistrati, dipendenti e avvocati ma la coperta è corta. Il personale sciopera perché non è messo nelle condizioni di lavorare bene: la pianta organica oggi può essere un po’ ridotta ma la scopertura è rilevante in tutta Italia e questo incide sui tempi, sulle attese per evadere pratiche. E così un singolo cancelliere lavora per dieci». —


 

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