Canali irrigui infestati nell'Isontino, guerra al gambero killer

Originario della Louisiana, scava gallerie negli argini facendoli cedere e si nutre di avannotti recando danni alla pesca Minacciata anche la Riserva naturale della foce dell’Isonzo

STARANZANO L’Ente tutela pesca del Friuli Venezia Giulia dichiara guerra al Gambero rosso della Louisiana (nome scientifico Procambarus clarkii, lunghezza spesso superiore ai 12 centimetri)il cui numero è praticamente raddopiato rispetto alle stime del 2012 con il risultato che tutti i canali irrigui che costeggiano il Brancolo Morto, il Bosco degli Alberoni, le ampie zone di bonifica del Lido di Staranzano, i canali Fossalon di Grado, sono infestate. Seriamente minacciate sono ora le zone umide della Riserva naturale regionale della foce dell’Isonzo, assediate ormai da vicino. Per combattere il dilagante fenomeno, dal 2011 L’Ente regionale è capofila e coordinatore del progetto “Life rarity”, ovvero “Aliens among us” (Gli alieni tra noi) che dovrebbe concludersi nel 2014. Ha come obiettivo l’eliminazione totale della specie, che minaccia i naturlai equilibri esistenti. I partner che collaborano al progetto sono l’istituto Scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Venezia, le Università di Firenze e Trieste e l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie di Padova. «Il gambero – spiega il responsabile di “Life Rarity”, il dottor Massimo Zanetti del Corpo forestale - si è acclimatato bene in regione dal 2006, quando qualcuno qualcuno gettò per la prima volta in un canale alcuni esemplari. Ora siamo in piena fase operativa. È cominciata, infatti, una campagna a tappeto di monitoraggio nelle zone più infestate e stiamo già sperimentando azioni d’urto per bloccarne la loro diffusione. L’ateneo triestino ha messo sotto osservazione il Il canale Brancoletto situato sulla strada del Lido di Staranzano. Ieri il professor Pier Giulio Giulianini, ricercatore del Dipartimento scienza e vita dell’Università di Trieste, ha portato nel laboratorio dell’ateneo giuliano almeno 200 esemplari catturati nei canali staranzanesi con l’aiuto di nasse sistemate la sera precedente. Dove è bassa la diffusione del crostaceo vengono sistemate esche alimentari e una volta catturati gli esemplari vengono sterilizzati con raggi X, mentre dove la diffusione è già alta si usano esche con anticoncezionali in modo che i maschi non possano più partecipare al processo riproduttivo. «Per le zone ancora indenni – afferma il dottor Zanetti – il metodo migliore che adottiamo è di ripopolare canali e fiumi con il nostro gambero autoctono». Nel Pordenonese le zone più infestate si trovano alla foce dello Stella e nei canali di Sesto al Reghena, mentre nella Bassa friulana nel territorio di Teor. È un allarme continuo, dunque, poiché il crostaceo di origine americana, dove arriva fa terra bruciata intorno a sè distruggendo argini di fiumi e di canali scavando gallerie nella terra e causando danni all’agricoltura. Inoltre non è commestibile poiché contiene una tossina dannosa all’organismo umano. È inoltre particolarmente aggressivo, dotato di potenti tenaglie: In acqua è un voracissmo predatore di avannotti, invertebrati e di tutta la fauna autoctona arrecando anche danni alla pesca. È inoltreuna specie invasiva tra le più dannose per l'ambiente e la biodiversità non avendo alcun contendente, cioè nessun nemico, come invece avviene in Lousiana dove rientra nella dieta di più di una specie animale.

Ciro Vitiello

Riproduzione riservata © Il Piccolo