Canale Valentinis invaso dai cefali in cerca di rifugio da freddo e Bora

Il fenomeno, definito «eccezionale», dura da sabato scorso. Sono tre specie di pregio, da 10 a 12 centimetri di lunghezza
Bonaventura Monfalcone-01.03.2019 Branco gigante di piccoli cefali-Porticciolo-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-01.03.2019 Branco gigante di piccoli cefali-Porticciolo-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Monfalcone, il canale Valentinis pieno di cefali di pregio: fuggono da bora e freddo

MONFALCONE Nel Canale Valentinis sono concentrati migliaia i cefali di piccola taglia, cioè di tipo “giovanili” e lunghi da 10 a 12 centimetri. L’invasione anomala e nello stesso tempo straordinaria che dura da sabato scorso, è stata segnalata da Michele Doz, presidente del Consorzio ittico del Golfo di Trieste e della Cooperativa fra pescatori di Monfalcone che si trova sul porticciolo Nazario Sauro.



L’eccezionale fenomeno che forse durerà ancora per alcuni giorni, è visibile a occhio nudo come se si trattasse di un “tappeto dorato e argentato” che si sposta a pelo d’acqua. Nei suoi movimenti è molto simile agli stormi di uccelli che specie in primavera incantano la vista tracciando figure indefinite nel cielo.

Ieri di pesci ce n’erano davvero tanti, ammucchiati una parte verso il ponte di via Cosulich in prossimità delle barche, alcuni banchi, poi, erano visibili verso la pescheria e la centrale elettrica fino ad arrivare in mare aperto. Da quanto si è potuto apprendere, dalle prime notizie, sarebbero almeno tre tipi di cefali e anche di un certo pregio. Si tratterebbe infatti del “cefalo dorato o lotregano” (nome scientifico Liza Aurata), del “verzelata” (Liza saliens sinonimo di Chelon saliens), del “calamita o botolo” (Liza ramada).

«La particolarità dell’eccezionale avvenimento – afferma Doz – è dovuto innanzitutto al fatto che da una decina d’anni nel canale Valentinis non arrivavano ingressi così importanti. La cosa strana è che i cefali entrano ogni anno nel periodo invernale per la riproduzione, sono stati sempre adulti. Nel passato remoto, hanno dato origine anche alla famosa “tratta dei cefali”, specie negli anni ’50, quando come ricorda la cronaca di allora, di cefali ne furono riempiti ben 24 vagoni. Invece quelli di cui parliamo oggi sono giovanissimi e lunghi come le sardine. Posso anche aggiungere – dichiara Doz – in base alle informazioni di altri pescatori, che il fenomeno non è ristretto solo in questa zona, ma anche in altri canali dell’area monfalconese, come la Quarantia a Staranzano, Punta Sdobba e il canale Isonzato. Vedere una massa così importante di “giovanili”, significa per noi pescatori avere una speranza di pesca per il futuro».

Fra le ipotesi dei pescatori, si suppone che l’enorme quantità di pesci si sia rifugiata soprattutto nei canali per mettersi al riparo dalla temperatura dell’acqua troppo fredda o dopo le giornate di Bora e di Grecale della scorsa settimana. Fra qualche giorno, cambiando le condizioni meteo, potrebbero ritornare in mare aperto. «A scanso di equivoci – continua Doz – diciamo subito che i pesci sono piccolini ed è vietato pescarli. La speranza è che tornino al largo e che diventino grandi, in attesa quindi di una pesca miracolosa, anche perché le orate non ci hanno dato le grandi pescate degli ultimi anni. Credo che tra luglio e agosto questi cefaletti saranno già da porzione (3/4 etti). È stato, invece, un anno eccezionale per i branzini al largo di Grado, da dicembre fino a pochi giorni fa si pescavano in grandissime quantità».

Anche la Guardia Costiera di Monfalcone si è accorta del fenomeno e si adopera nei controlli di routine. «Nella zona portuale – spiegano dalla Capitaneria – ovviamente è vietato pescare. Qualche giorno fa c’erano, infatti, alcuni ragazzi che con il bilancino cercavano di pescare i cefali. Per fortuna non avevano ancora pescato nulla. Ci siamo avvicinati e abbiamo detto loro di fare attenzione perché la disciplina per chi trasgredisce è molto chiara».—


 

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