Campus all’ex Ospedale militare Caccia ai soldi per l’allestimento
Oggi già svetta in color giallo-oro e quello stile neogotico un tempo non proprio di classe adesso ha il fascino delle “antiquities”. Anche nelle dimensioni: 14 mila metri quadrati da cui sono state ricavate poco meno di 200 stanze per studenti (e forse non solo per loro), spazi comuni, palestra e chiesetta ristrutturata, più sottotetti abitabili e 150 parcheggi. Il futuro campus universitario (ma, forse, non solo questo) è una delle più importanti realizzazioni edilizie di Trieste e il peso di questa consapevolezza è tutto sulle spalle dell’università che ha attivato un serrato “brain storming” per trovare soluzione a un problema ardito: come e con quali soldi arredare, come e con chi gestire in maniera “armonica” e durevole, quali collaborazioni attivare, quali enti che compartecipano al tema scuola-università coinvolgere.
È su questo capitolo che sta ragionando prima di tutti Giovanni Fraziano, già preside della facoltà di Architettura (oggi nel Dipartimento di Ingegneria & architettura) e delegato all’edilizia del nuovo rettore Maurizio Fermeglia: «Lavoriamo intensamente non già per dilungarci a studiare soluzioni per i prossimi 10 anni - avverte Fraziano -, ma puntiamo a veder attivata la struttura col prossimo anno accademico». Per adesso si fanno i conti. Si ipotizzano “usi plurimi” dell’enorme batteria di stanze, che naturalmente dovrà coinvolgere prima di tutti l’Erdisu, l’ente regionale del diritto allo studio che gestisce la Casa dello studente. Ma implicitamente è chiaro che è in corso una “chiama” per tutti, dalla Regione al Comune. Fraziano stesso ridimensiona di molto l’ipotesi che sembrava essere al vaglio solo poco tempo fa, di fare del campus anche una sorta di “albergo low cost” a disposizione di docenti di passaggio: «Non è così - afferma -, semplicemente il “low cost” è implicito nel momento in cui parliamo di dar casa agli studenti, e ne abbiamo 20 mila, ed è questa la prima “mission”, far sì che questi giovani crescano e studino bene e facciano progredire il nostro paese...».
Da questa speranza si passa subito più giù, a calcolare quanto costano le pulizie di quella che effettivamente era una ex caserma, anche se per soldati e militari malati, e di questa ha le ciclopiche dimensioni. Fraziano, a suo tempo autore di un progetto-prova per Porto vecchio, ben ricorda i propri dubbi sull’allestimento di un’area così vasta, e si dice impegnato adesso a evitare “soluzioni estemporanee che non portano da nessuna parte».
Quanto agli arredi, «nel passato si è sempre fatto lo sbaglio di pensare che è cosa che viene “dopo”». Le stanze sono costruite «in modo appropriato - prosegue l’architetto - il che ci consentirà soluzioni più economiche». Ma sempre di 200 letti e 200 tavoli e sedie, al minimo, si parla. «Bisognerà - è la conclusione - che vari enti ci aiutino».
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