Campioni in arrivo da Russia e Balcani per celebrare il rito degli scacchi

Il primo pedone per la mossa di rito che ha inaugurato il torneo è stato mosso sulla scacchiera che ha visto contrapposto il Grande Maestro moscovita Igor Naumkin e il più giovane partecipante di appena dodici anni, Nejc Herega dalla Slovenia. Da ieri fino a domani allo Starhotels Savoia Excelsior Palace si svolge la terza edizione del torneo internazionale di scacchi, a cura dell’Accademia di Scacchi Asd e che visto l’iscrizione di un’ottantina di giocatori provenienti dagli stati balcanici, Svizzera, Bielorussia e Russia.
Anche quest’anno, inoltre, la manifestazione “Su scacchiera” ha carattere multidisciplinare, ospitando i campionati regionali di Dama e Go (il gioco di strategia cinese). «Mi aspettavo più iscritti, che invece sono al ribasso rispetto alle altre edizioni. Ma è salita la tecnica e il ranking (il punteggio nelle classifiche internazionali, ndr) dei partecipanti», commenta Massimo Varini, il Presidente dell’Accademia di Scacchi Trieste.
«D’altronde – aggiunge Varini –, noi lavoriamo sul passaparola e la maggior parte delle risorse sono state investite sulla sala e il personale». La novità rappresentata da questa edizione consiste in una compressione del torneo, che si tiene in sole tre giornate a cavallo del fine settimana invece che cinque, per favorire sia lo spostamento dei giocatori, che così affrontano minori spese di pernottamento, sia il “turismo scacchistico”, ovvero per le famiglie dei partecipanti che così possono far coincidere le proprie vacanze con l’hobby del familiare. «Organizzo tornei che hanno una valenza turistica – spiega ancora il presidente dell’Accademia Varini – per togliere quell’aurea di gioco enigmatico e ermetico per pochi eletti».
Lungo i venti tavolo da gioco predisposti per l’occasione nella sala dell’Hotel Savoia, schierati alle parti opposte della scacchiera, i giocatori scrutano la disposizione delle loro truppe e pianificano la loro strategia, mentre tentano di indovinare le mosse successive del “generale” avversario. È raro che ci si guardi direttamente negli occhi, perché altrimenti la sfida diverrebbe troppo fisica e emotiva. I volti sono infatti appoggiati o incassati tra le mani, come a nascondere il girovagare delle pupille sulla scacchiera per non svelare i propri intenti, e rimangono perlopiù attenti e assorti nella riflessione. Il nervosismo lo si nasconde al proprio avversario e si nota più che altro dai piccoli tic: il dondolio del busto sulla sedia, l’accavallarsi delle gambe o lo sfregarsi dei piedi sotto il tavolo.
L’orologio digitale che tiene il tempo delle mosse oscilla ogni qual volta un giocatore lo colpisca per determinare il termine del proprio turno, come una sorta di altalena a rallentatore. D’altronde, il tempo durante una partita di scacchi muta e si dilata. Non c’è alcuna fretta, anche perché per una sola distrazione si rischia di aprire definitivamente la propria difesa alle truppe avversarie. Meglio quindi prendersi tutto il tempo necessario.
Verso le 19, dopo tre ore di gioco, la sala è ancora quasi completamente piena e gli spettatori si aggirano tra i tavoli per assistere alle fasi conclusive dei duelli.
Alla fine, Naukin ha sconfitto il proprio giovane avversario, che però pare essersi saputo difendere con coraggio prima che il proprio Re perisse nello scontro. –
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