Campi e palestre di Trieste in gestione per 30 anni: ecco tutte le novità sulle concessioni degli impianti sportivi
TRIESTE Lorenzo Giorgi, assessore all’Immobiliare comunale, la considera una «svolta rivoluzionaria» nella storia dell’impiantistica sportiva triestina. Martedì prossimo porterà in consiglio una delibera che consente di allungare fino a trent’anni - rispetto all’attuale scadenza novennale - le concessioni di campi, palestre, piscine, ecc, a fronte dell’impegno alla manutenzione straordinaria, all’ampliamento e al rinnovamento delle strutture.
La logica è semplice: più denaro viene investito, più lungo sarà l’atto concessorio. Gli interventi - specifica la delibera giorgiana - dovranno essere preventivamente approvati dagli uffici tecnici municipali: se verranno effettuati allo scadere della concessione o se la concessione stessa dovesse essere revocata anzitempo, le migliorie saranno acquisite dal Comune, senza che il conduttore o ex conduttore dell’impianto possa alcunchè pretendere.
Le altre condizioni implicano che il rinnovo della concessione sia presentata sei mesi prima della scadenza. I richiedenti non debbono avere debiti o contenziosi con la civica amministrazione. Altra novità: il concessionario si accollerà, al momento del rinnovo, le bollette di acqua-luce-gas, a cominciare dall’intestazione delle utenze. Finora era il Municipio, entro determinati parametri, a pagare e l’associazione entrava in gioco solo se questi parametri venivano superati. Comunque, anche in futuro, nulla impedirà di domandare al Comune un contributo alle spese.
Due i motivi, peraltro convergenti, che motivano l’iniziativa assessorile. Il primo è che molti impianti hanno bisogno di «urgenti e indifferibili lavori» e le risorse comunali non sono certo infinite. Il secondo è che, ampliando i termini temporali della concessione, l’associazione sportiva interessata può muoversi con maggiore credibilità alla ricerca di quattrini presso gli istituti di credito e gli erogatori specializzati (vedi il credito sportivo).
Il Comune possiede - secondo i dati forniti - 46 impianti sportivi in concessione, cui si aggiungono tre gestioni dirette che riguardano le strutture più importanti (“Rocco”, “Grezar”, PalaChiarbola). La classificazione amministrativa prevede cinque complessi multi-disciplinari: il “Draghicchio” a Cologna, il “San Giacomo”, il “Chiarbola” , l’”Opicina”, l’”Ervatti” a Prosecco. L’elenco prosegue con 16 indirizzi di campi calcistici, che assommano terreni da 7 e da 11. Le piscine sono tre: la “Bruno Bianchi”, “San Giovanni”, “Altura”. Tre anche i campi di pattinaggio a Opicina, in via Boegan e in via Giarizzole. Poker di bocciodromi e campi da bocce tra strada di Fiume, Ponziana, via Roncheto, San Luigi. Tre siti tennistici in via Puccini, a Poggi Paese, a villa Giulia. Sette i capitoli che riguardano le palestre: in realtà sono di più, perchè al numero “36” rientrano la “Cobolli”, le strutture all’interno del “Rocco”, largo Niccolini. Cinque impianti alla generica denominazione “altri” per indicare l’hockey su prato a Prosecco, pallavolo e bocce a Trebiciano, basket a Guardiella, mountain bike in salita di Monbeu, baseball a Prosecco.
La delibera di Giorgi è passata al vaglio dei consigli circoscrizionali che in cinque casi si sono dichiarati favorevoli (III, IV, V, VI, VII), in uno contrario (Altipiano Est), mentre Altipiano Ovest ha espresso un voto molto articolato (2 sì, 1 no, 3 astenuti). —
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