Campane “impazzite” di notte: i rintocchi svegliano Ronchi

Gli abitanti temendo un’altra incursione alla Santissima Trinità da parte dei ladri sono scesi in strada e hanno chiamato i carabinieri, ma era un guasto elettrico
Bonaventura Monfalcone-17.03.2017 Chiesa di SS.Spirito-SS.Trinità-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-17.03.2017 Chiesa di SS.Spirito-SS.Trinità-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

RONCHI Strano e, per molti versi, inquieto risveglio, l’altra notte a Ronchi dei Legionari, per chi abita vicino all’antica chiesetta della Santissima Trinità. Era quasi l’una quando una delle due campane del campanile a vela che sovrasta l’edificio religioso ha cominciato a suonare. Prima qualche rintocco sporadico, poi uno scampanio sempre pià frequente, inarrestabile. Conclusosi solo quando qualcuno, attorno all’una e un quarto, ha pensato di intervenire sul quadro elettrico esterno, disattivandolo e ponendo così fine a quel concerto fuori orario.

Nessun buontempone, nessuna sgradita visita notturna solo, come conferma il parroco, don Umberto Bottacin, un malfunzionamento al sistema elettrico che aziona le due campane e che, evidentemente, è andato in tilt. Con le finestre aperte, vista la calura estiva, sono stati in molti a svegliarsi e a scendere in strada. Qualcuno, prima di arrivare, ha anche acceso il televisore per capire se non fosse successo qualcosa di grave. Sono arrivate anche alcune telefonate al 112, ma, come detto, solo la decisione di una persona che ha compreso che lo scampanio derivasse da un problema elettrico ha posto fine alla stranezza notturna e permesso ai residenti di rincasare e tornare tra le braccia di Morfeo.

Non è stato difficile accedere al quadro elettrico della chiesetta, sul lato di via Mazzini, quadro senza serratura e senza lucchetto. Quindi è bastato intervenire sul contatore per risolvere la faccenda. Ma a molti è venuto in mente che la chiesa della Santissima Trinità fosse stata nuovamente violata, com’è successo spesso anche nel recente passato. Ma non c’erano segni di effrazione, le due porte, quella principale su via della Santissima Trinità e quella che si trova sul lato del passaggio pedonale erano perfettamente chiuse. Si è così potuto tirare un sospiro di sollievo, anche se quel scampanio notturno, come detto, ha decisamente inquietato.

Una chiesetta, quella della Santissima Trinità, che è parte della storia della cittadina. Fu nel 1759 che l’arcivescovo di Udine, già patriarca, cardinale Daniele Delfino, concesse al nobile Gian Giuseppe Pianese la possibilità di erigere una cappella privata e con quel nome i ronchesi hanno sempre chiamato questa chiesa, termine con il quale veniva indicato anche il rione circostante “li de la Capela”. Nel 2017, ricordiamolo, la chiesetta fu al centro di un clamoroso furto. Sparì la fonte battestimale in rame. Nel 1977, quando fu istituita la parrocchia di Maria Madre della Chiesa, di cui essa fa parte, fu la signora Montena a donare al parroco questa fonte battesimale sistemata su un telaio in ferro. Era un oggetto di artigianato locale dei primi dell’Ottocento e qui furono battezzati i primi bambini nati nella parrocchia. —


 

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