Campagna no vax con i maxi cartelloni «Messaggi terroristici»

Il manifesto, apparso in via Fabio Severo, è targato Comilva, associazione per la libertà dei vaccini. Sui social la polemica

«Vaccinarsi è un’azione volontaria non esente da rischi. Informati prima di vaccinare tuo figlio». È il messaggio, firmato Comilva, acronimo del coordinamento del movimento italiano per la libertà delle vaccinazioni, che si legge su alcuni grandi manifesti di formato 6X3 apparsi in questi giorni. Uno di questi è stato apposto ad esempio in via Fabio Severo, sotto via di Romagna. Ma la loro presenza ha subito generato discussione sui social network e contrarietà da parte dell’assessore all’Educazione Angela Brandi e dal pediatra dell’AsuiTs Andrea De Manzini.

L’associazione autrice dei cartelloni nasce ufficialmente il 10 luglio1993 a Brescia – si legge sul sito web dedicato –, raccogliendo progressivamente la maggior parte delle persone ed esperienze della Alv (Associazione per la libertà delle vaccinazioni e per il risarcimento delle vittime da vaccino) e si articola da subito su una base federale. «Ma il movimento – spiega ancora il portale – che si batte contro le leggi dell’obbligo nasce molti anni prima e raccoglie inizialmente le esperienze di singoli individui e famiglie che sono stati i precursori di quello che oggi possiamo definire un movimento e un fenomeno molto diffuso sul nostro territorio».

Una campagna anti-vax, contro la legge Lorenzin sui vaccini obbligatori, che a tutti gli effetti dilaga ora anche a Trieste, dopo aver già toccato diverse altre città italiane. Ha notato anche Brandi questi maxi manifesti e non le sono piaciuti per niente. «È un messaggio terroristico che invita a violare la legge – commenta l’esponente della giunta Dipiazza –. Non compete a noi entrare nel merito dei contenuti delle pubbliche affissioni. E non possiamo agire in termine di censura. Resta però da vedere se il manifesto viola o meno la legge. Resta il fatto che vaccinarsi non è una scelta, ma è un obbligo – continua Brandi –. E quindi non si può parlare di un’azione volontaria. C’è una legge e va rispettata».

Da condannare, in ogni caso, è il messaggio che il manifesto veicola. «Si tratta di un messaggio pessimo. Si parla di rischi in cui si va incontro senza alcuna competenza medico-scientifica. I medici dicono tutt’altro. Per questo è un messaggio terroristico. Abbiamo visto, invece, quali sono stati i benefici dei vaccini. In pochi mesi, grazie alla legge, la copertura vaccinale si è incrementata anche se non ha ancora raggiunto la soglia di sicurezza del 95 per cento».

Anche Andrea Polacco, presidente di Esatto, che gestisce anche il servizio di affissione pubblico, conferma l’impossibilità del Comune di vietare la pubblicazione dei manifesti. «Esiste un regolamento comunale sulla pubblicità per cui di fatto sono vietate quelle affissioni che contengono insulti, minacce e offese esplicite, anche nei confronti di una religione – specifica –. Campagne di questo tipo non sono invece censurabili, perché non esercitano nessuno di questi atti e dunque, al di là del contenuto discutibile, Esatto deve procedere senza sindacare alcunché».

Se la normativa dunque permette a Comilva di comunicare in questo senso, sono i risultati, come sottolinea anche De Manzini, pediatra dell’AsuiTs, a controbattere i contenuti dell’associazione. «Credono in una superstizione che non esiste – afferma –, ovvero nella tossicità dei vaccini, che non ha nessuna validità scientifica. È legittimo il loro messaggio, però noi rispondiamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto, grazie anche all’assessore Brandi siamo stati la prima città in Italia che impedisce nelle scuole l’ingresso ai bambini non vaccinati. La battaglia per ora l’abbiamo vinta. Oggi su 1500-1800 bambini circa che nascono ogni anno a Trieste, il 5-10% non si immunizza dopo il vaccino per motivi fisiologici, cui si aggiungeva un altro 10% di famiglie che non voleva vaccinare i propri figli. Oggi la percentuale si è ridotta. E poi c’è l’altra faccia della medaglia per cui soprattutto è stata fatta legge: alcuni bimbi che non possono fare i vaccini per alcune problematiche, possono essere protetti esclusivamente se tutti in classe sono vaccinati».

E dunque «la legge Lorenzin – conclude De Manzini – sta dimostrando una grandissima efficacia e dimostra come in Italia il problema della mancata copertura vaccinale stia rientrando. Come pediatra sono molto contento, perché vedo assottigliarsi, se non scomparire, se questo trend continuerà, il rischio di trovare qualche bambino con la poliomielite. Insomma, la gente ha capito».

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