Camera di commercio, si aprono i giochi: Paoletti punta a ottenere il quinto mandato a Trieste

Vertici in scadenza nel 2021. Sulla carta la presidenza spetterebbe a Gorizia. Ma l’Isontino potrebbe assecondare il piano
Antonio Paoletti
Antonio Paoletti

TRIESTE  Si è insediato nel lontano 1999 e non gli dispiacerebbe arrivare al 2025. Dopo la presentazione in grande stile del progetto di Parco del mare, il presidente della Camera di commercio della Venezia Giulia Antonio Paoletti mette nel mirino il quinto mandato consecutivo. Andrà in scadenza nell’ottobre 2021: gli accordi stipulati per la fusione delle Camere di Trieste e Gorizia prevedono l’alternanza tra un giuliano e uno isontino, ma né gli equilibri territoriali né quelli fra categorie (commercianti, industriali e artigiani) sembrano destinati a ostacolare la cinquina.

La confluenza di Trieste e Gorizia in un unico ente camerale è avvenuta a 2016 e in quell’occasione Paoletti e l’omologo Gianluca Madriz misero nero su bianco che cinque anni dopo sarebbe venuto il turno di un esponente isontino. Paoletti lo aveva detto pubblicamente: «Ci sarà alternanza nei mandati che avranno durata di cinque anni. Ma siamo d’accordo che il primo presidente sarà triestino». E ciò valse a Paoletti la riconferma senza candidature ricorrenti, dopo il mancato decollo dell’alternativa industriale rappresentata da Diego Bravar.



Ora la tentazione è di riprovarci e Paoletti ritiene che non ci siano contraddizioni con gli accordi territoriali stretti anni fa: «È prematuro parlarne – dice il presidente – ma la possibilità ci sarebbe. Il discorso dell’alternanza? Quando io finirò, l’alternanza toccherà a Gorizia: questi erano gli accordi. Io sto valutando, ma non ho sciolto le mie riserve. Dopo di me? Penso che dopo tanti anni di commercio, ci sarà un industriale o un artigiano».

Se non è un’autoincoronazione, poco ci manca. E Paoletti non pare avere competitor. Dalle parti di Gorizia si ricorda che il patto prevede in realtà la nomina di un presidente isontino già nel 2021, ma il vicepresidente camerale Madriz non considera l’intesa scritta nella pietra. L’ex presidente della Camera di Gorizia ha dato il via con convinzione alla fusione e si è appena insediato alla presidenza di Trieste terminal passeggeri, società mista che gestisce la partita delle crociere. Un incarico di peso e di prospettiva, assegnato nell’ambito dell’operazione che ha visto la Camera vendere all’Autorità portuale l’Azienda speciale del porto di Monfalcone.

Difficile che Madriz possa ambire allora alla guida della Camera di commercio unitaria, ma che ne penseranno gli iscritti isontini? Al momento tutto tace. Ad alzare il sopracciglio potrebbero essere di nuovo gli industriali, che non guidano la Camera da molti decenni. Il presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti non pare tuttavia intenzionato a mettere i bastoni fra le ruote: a sua volta recordman di longevità e incarichi, non è un rottamatore e considera che Paoletti abbia retto l’ente positivamente.

Sembra insomma spianata la strada verso il quinto mandato. Paoletti arriva alla presidenza nel 1999 in rappresentanza del commercio, quando un altro accordo scritto prevede la staffetta con l’industria dopo il primo mandato. Ma l’uscente rompe i patti e si ricandida, spuntandola di misura e contro i pronostici sul candidato industriale Mauro Azzarita. Il tris arriva nel 2011, senza avversari. Infine la rielezione nel 2016, stavolta per tutta la Venezia Giulia. Non sembra che il 2021 possa riservare sorprese: le categorie che compongono la Camera non pensano ad altro che a uscire dalla crisi Covid e il ricambio non è la priorità oggi come non sembra esserlo stato prima.

Uomo di centrodestra, Paoletti è navigatore capace di usare tutte le correnti e rintuzzare le critiche interne: l’ultima è quella degli imprenditori che vorrebbero i soldi del Parco del mare dati alle categorie in crisi. Dopo l’asse di ferro in salsa camberiana con Marina Monassi, Paoletti ha avuto rapporti altalenanti col sindaco Dipiazza, che oggi benedice l’acquario pensando alla campagna elettorale. Decisamente fredde le relazioni con il predecessore Cosolini e il probabile candidato del centrosinistra Russo. Né Paoletti gradì le pressioni di Debora Serracchiani per la creazione di una Camera di commercio unica regionale, che fu scongiurata da un emendamento di Ettore Rosato con cui i rapporti sono ottimi. Buoni anche quelli con Zeno D’Agostino, con cui si intende su integrazione degli interporti e ruolo di FreeEste.

Paoletti è famoso per una certa “voracità” di incarichi: fino a venti contemporaneamente, nei più svariati consigli d’amministrazione. Negli anni ci sono la presidenza di Confcommercio, Ttp e Aries, la vicepresidenza di Unioncamere e ancora cda e direttivi di aeroporto, Alpe Adria, Rossetti, Mib, Transpadana, Trieste porto servizi, Assonautica e Circolo della stampa. Si è parlato di lui come possibile candidato a sindaco del centrodestra e non si è mai sottratto, ma il futuro è ancora la Camera. Ora il presidente ravviva l’immagine con il rilancio del Parco del mare e sta col fiato sul collo al presidente Fedriga, affinché arrivino i milioni promessi dalla Regione. Nell’anno del rinnovo, non sarebbe il massimo dover constatare che quello della settimana scorsa è stato solo l’ultimo annuncio in 16 anni di battaglie per l’acquario. —


 

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