Camera di commercio: intreccio Trieste-Gorizia

Il nuovo ente operativo fra sei mesi. Consiglio con 12 “alabardati” e 11 isontini: i primi avranno la presidenza
Alcuni dei protagonisti della fusione fra i due enti camerali
Alcuni dei protagonisti della fusione fra i due enti camerali

GORIZIA. «Sono avviate le procedure per la costituzione del Consiglio camerale della nuova Camera di Commercio Venezia Giulia». È un avviso piuttosto stringato e laconico, che nemmeno spicca nell’albo pretorio online della Camera di commercio di Gorizia ma quelle poche righe contengono un annuncio importante, per certi versi storico. In pratica, si inizia a dare concretezza alla nuova Camera di commercio Venezia Giulia, che sta nascendo dalla fusione degli enti camerali di Trieste e di Gorizia.

Camere di commercio: guerra di poltrone in Fvg
Da sinistra Giovanni Da Pozzo, Antonio Paoletti e Giovanni Pavan

La tempistica del “lieto evento” Ma quando sarà pienamente operativo il nuovo ente? «Le procedure per la costituzione del nuovo Consiglio camerale “unico” Trieste-Gorizia porteranno via dai cinque ai sei mesi: dovranno essere fatte tutte le verifiche e messi insieme i due bilanci (quello della Cciaa di Trieste e quello della “sorella” goriziana, ndr).

Credo che entro l’anno il Consiglio sarà insediato - spiega Pierluigi Medeot, commissario ad acta e segretario generale di entrambe le Camere di commercio -. Poi, durante la prima riunione consiliare, verrà nominato il presidente della nuova Camera di commercio Venezia Giulia mentre nella seconda seduta verrà stabilita la composizione della giunta camerale».

Trieste e Gorizia unite: il patrimonio è di 87 milioni
Da sinistra Antonio Paoletti, Pierluigi Medeot e Gianluca Madriz

Insomma, si va avanti a passo spedito sulla strada della fusione: fusione che ha, prioritariamente, motivazioni di ordine politico soprattutto alla luce della comune «specificità geoeconomica» dei territori uniti nella Venezia Giulia.

Ma l’operazione ha anche (se non soprattutto) l’obiettivo di razionalizzare i costi di gestione della realtà camerale alla luce del fatto che la normativa sul Diritto annuale dispone la riduzione degli introiti nella misura del 35% nel 2015, del 40% nel 2016 e del 50% nel 2017. La previsione complessiva del Diritto annuale (fornito dalle imprese) spettante ai due enti è calcolata per il 2016 in 3 milioni 350mila euro e, per il 2017, in 2,8 milioni. Per quanto riguarda, invece, i Diritti di segreteria (visure e quant’altro) la previsione complessiva è di 1.946.000 euro e, per il 2017, a 1.986.000 euro.

Enti camerali, a Trieste e Gorizia un unico segretario generale
La Camera di Commercio di Trieste

Le candidature per il Consiglio camerale delle organizzazioni imprenditoriali, delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e delle associazioni di tutela dei consumatori e degli utenti dovranno pervenire – a pena di esclusione dal procedimento – entro e non oltre 40 giorni dalla data di pubblicazione dell’avviso, quindi perentoriamente, entro le 12 del 20 giugno, corredate dalla documentazione prescritta dalla vigente normativa.

I rapporti di forza Importante dal punto di vista politico e degli equilibri interni al nuovo soggetto è il Protocollo d’intesa firmato dagli attuali presidente della Cciaa di Trieste, Antonio Paoletti e di Gorizia, Gianluca Madriz. Il Consiglio camerale “unico” sarà composto da 23 componenti: 12 rappresenteranno l’ambito socio-economico di Trieste, 11 l’ambito socio-economico di Gorizia.

Debutto per la Camera di commercio unica
Placeholder

Per il primo mandato, il presidente sarà espresso dal capoluogo giuliano e non è per nulla certo sarà Antonio Paoletti per il semplice motivo che il numero uno verrà nominato da un Consiglio della Camera di commercio completamente nuovo.

La giunta, invece, vedrà quattro seggi (compreso il presidente) espressione del territorio triestino e tre del territorio isontino. «Esiste una molteplicità di elementi a sostegno della creazione di un’unica Camera di commercio per le province di Gorizia e di Trieste - spiega ancora il commissario ad acta Medeot -. Si tratta, infatti, di due territori che condividono un analogo percorso storico, che hanno un tessuto imprenditoriale assai simile, che debbono affrontare problematiche comuni, e che vivono a ridosso di un confine, forse non più “politico”, ma sicuramente “economico”».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo