Camera di commercio, dimezzato il restauro del palazzo ex Dreher
Di necessità virtù. Chiamatelo effetto spending review, o più semplicemente mero calcolo matematico fatto di entrate e di conseguenti uscite. Come in un qualsiasi bilancio familiare. In questo caso però la famiglia in questione, decisamente allargata, è quella che fa capo alla Camera di commercio. E, nello specifico, al progetto di riqualificazione e restauro conservativo previsto nello storico palazzo della Borsa Vecchia di via San Nicolò, meglio conosciuto come “ex Dreher”, che sorge a fianco del quartier generale dell'ente camerale. Ebbene, il taglio progressivo del diritto camerale imposto per decreto dal governo, che per quest'anno ammonta al 35% ma nell'arco di tre anni arriverà a toccare il 50%, porterà giocoforza una sforbiciata consistente all'intervento in programma. La definizione che viene usata dai vertici camerali è «riparametrazione», con inevitabile «adeguamento del piano di investimento». Traduzione: a fronte di un calo nelle entrate che per quest'anno ammonterà a 1,2 milioni di euro, ma che sarà più marcato negli anni prossimi, ci sarà un deciso cambio di rotta nell'intervento.
L'impresa incaricata dell'opera andrà così a eseguire solo i lavori esterni della struttura: dal tetto alle facciate passando per infissi e intonaci. Gli interventi agli spazi interni, destinati a ospitare in futuro attività commerciali al piano terra, abitazioni e uffici a quelli superiori, sono invece congelati. Rinviati a data da destinarsi, con conseguente dimezzamento del costo dell'intervento: non più i 4,5 milioni che erano già stati messi in preventivo dall'ente camerale, ma poco più di 2 milioni in tutto. I lavori partiranno a breve e che si concluderanno nell'arco di una decina di mesi, alla fine del 2015. «Non c'era altra scelta» - spiega Antonio Paoletti, presidente della Camera di commercio -. «È una semplice questione di numeri: la riduzione progressiva del diritto annuale dovuto alle Camere di commercio a carico delle imprese ci costringe a rivedere l'intervento. Priorità dunque alla parte esterna dell'edificio che si presenta in condizioni precarie e dunque attenzione in primis alla sicurezza. Poi si vedrà. Se dovessero subentrare delle novità o degli interessi diversi, si potrà sempre decidere di rivedere le strategie».
E a proposito di strategie, più o meno annunciate, in una delibera d'indirizzo dello scorso giugno, approvata dalla giunta camerale all'unanimità dei presenti, l'ente si dichiarava disposto a privarsi di un paio di gioielli del proprio patrimonio immobiliare, pur di incrementare il tesoretto che andrebbe a finanziare il Parco del mare. Tra questi, lo stesso palazzo della Borsa Vecchia. «Tutto può essere. Mai dire mai» chiosa sibillino Paoletti. Quel che è certo è che un altro pezzo del patrimonio immobiliare dell'ente camerale, il residence Le Terrazze di via Filzi, è a tutti gli effetti in vendita. Dopo un'accurata perizia asseverata, si è arrivati a una valutazione ufficiale dell'immobile da parte dell'ufficio territoriale dell'Agenzia delle Entrate che ne fissa il valore alla cifra di 4,5 milioni, comprensiva di una decina di posti auto. E sempre a proposito di immobili, è destinato a slittare di qualche mese il trasloco degli uffici della Confcommercio Trieste dall'attuale sede di via San Nicolò 7 alla nuova casa di via Mazzini 22, in origine previsto a marzo. Se ne riparlerà a giugno perché la società locataria dell'immobile, Fvg Strade, ha chiesto qualche settimana di tempo prima di trasferirsi a Cervignano del Friuli.
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