Camera di commercio di Trieste, via Bruni . Al suo posto Paolo Rovis
Dario Bruni ha rassegnato lo scorso 16 settembre le dimissioni dal Consiglio - e di conseguenza dalla giunta - della Camera di commercio. Al suo posto è in arrivo Paolo Rovis, vicepresidente di Confartigianato (nonché consigliere comunale Pdl), che potrebbe essere anche il nuovo vicepresidente di piazza della Borsa.
Bruni, titolare di una ditta e dal 2007 presidente di Confartigianato (nonché fino al 2006 consigliere comunale di Forza Italia, anche accanto a Rovis) sedeva in Camera di commercio in rappresentanza della categoria dal 2008: componente del Consiglio e della giunta camerale, ne era diventato anche vicepresidente. «Una medaglia di cartone», minimizza il diretto interessato sottolineando come il numero due vicario sia Vittorio Pedicchio, in rappresentanza di Confindustria.
Ma tant’è: malgrado da molto tempo ricopra numerosi incarichi - oltre alle attuali presidenze di Ezit e di Confartigianato ci sono state tra l’altro in passato la vicepresidenza di Amt e la poltrona di consigliere di amministrazione di Mediocredito, mentre da anni continua a guidare il Confidi artigiani e piccole medie imprese - Bruni adesso ha deciso di dire basta per dedicarsi «interamente» ai problemi della sua categoria, «che versa in una situazione di difficoltà estrema. Ho lasciato tutte le altre cariche, a eccezione di Ezit dove il mandato scadrà tra un anno», spiega Bruni, che siede anche nella giunta nazionale di Confartigianato e guida Sanarti, il fondo nazionale di assistenza sanitaria integrativa per i lavoratori del settore. «Tutto a titolo gratuito: a una poltrona preferisco un compito da svolgere», tiene a precisare.
Via dalla Camera di commercio, dunque (e dall’indennità annua dei 3.355 euro che spettano ai componenti della giunta camerale). E siccome si tratta di un posto che nel Consiglio camerale spetta di diritto a Confartigianato, quest’ultima associazione ha già indicato al suo posto Rovis, appunto vice di Bruni. La nomina definitiva giungerà dalla Regione. Il passaggio successivo sarà l’elezione del nuovo componente della giunta camerale, comunque eletto tra uno dei tre rappresentanti degli Artigiani nel Consiglio: più che probabile - anche se non scontato - che Rovis, nell’associazione di categoria più rappresentativa, possa dunque prendere il posto di Bruni quale numero due di piazza della Borsa.
«Già da tempo Bruni mi aveva detto dell’intenzione di dimettersi, ma gli avevo chiesto di ripensarci. Voglio comunque ringraziarlo per il lavoro che ha fin qui svolto», è il commento di Paoletti. Che a chiedergli dei rapporti personali con Bruni risponde deciso: «Ottimi». Il recente scontro fra Ezit e Confcommercio, impersonati dagli stessi due protagonisti? «Non c’entra niente», aggiunge. Il riferimento è alla pioggia di critiche che da Paoletti stesso, in veste in questo caso di leader di Confcommercio, sono piovute su Bruni quando dal vertice di Ezit ha chiesto di destinare una parte di quelle aree al commercio, sottolineando con forza di aver già dovuto respingere varie proposte di insediamento mentre gli spazi restano vuoti per mancanza di richieste d’industria. Da Paoletti, così come dai commercianti al dettaglio, è stato messo per iscritto un drastico e motivato no che ha evidenziato una netta spaccatura tra categorie economiche. La lettera di dimissioni di Bruni dall’ente camerale è stata firmata prima che la polemica emergesse pubblicamente, ma dopo che in realtà la spaccatura si era verificata. Bruni comunque ribadisce i suoi fin qui eccessivi impegni: «Le cose vanno fatte bene, il tempo che riuscivo a dedicare alla Camera di commercio era ormai a mio avviso insufficiente. La questione delle aree in Ezit? Come amministratore, e non vado a mischiare i ruoli - insiste però con fermezza - mi sono limitato a porre un quesito: è giusto continuare con un inutile protezionismo?» (p.b.)
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