Camera di commercio, cancellate 200 imprese in 3 anni

Nel 2013 i casi di “sparizione” nel registro sono stati 43 Incide la crisi ma non solo. C’è anche chi non paga le quote
La sede della Camera di commercio in piazza della Borsa
La sede della Camera di commercio in piazza della Borsa

Oltre 200 procedimenti di cancellazione d’ufficio dal Registro delle imprese avviati negli ultimi tre anni a Trieste. Un dato che viene reso noto dalla locale Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura. Sul sito della Cciaa, nella sezione dedicata all’albo camerale, sono state recentemente pubblicate le copie delle lettere raccomandate inviate a 83 società - operanti in diversi settori - con cui viene comunicato appunto il via all’iter che porta sino alla cancellazione dell’impresa dal relativo registro. A meno che il destinatario della missiva, entro i termini di legge, non presenti elementi utili a dimostrare come l’attività sia ancora concretamente esistente e operativa.

Nel 2013 le procedure avevano riguardato 43 casi, l’anno prima altri 83. Lo stesso numero, sin qui almeno, del 2014. Probabilmente un’incidenza su una parte delle diverse situazioni, l’ha avuta anche il difficile contesto economico generale, la crisi. Il monitoraggio delle imprese registrate avviene annualmente, compatibilmente ai carichi di lavoro cui deve far fronte il personale della Cciaa triestina. Prima di dare corso al procedimento, però, serve che emergano specifici elementi di rilievo.

«L’ufficio - fa sapere in proposito la Camera di commercio - si attiene alle disposizioni normative che regolano la materia. In particolare al Dpr 274/04 il quale prevede, nell’ottica di mantenere il registro delle imprese “pulito” da quelle posizioni che non sono più operative, la necessità di cancellare le imprese individuali a seguito di: decesso dell’imprenditore, irreperibilità dell’imprenditore, mancato compimento di atti di gestione per tre anni consecutivi, perdita dei titoli autorizzativi o abilitativi».

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E ancora, per le società di persone: «L’irreperibilità presso la sede legale, mancato compimento di atti di gestione per tre anni consecutivi, mancanza del codice fiscale o della ricostituzione della pluralità dei soci nel termine di sei mesi, decorrenza del termine di durata in assenza di proroga tacita».

Nel dettaglio, fra gli elementi che instillano in Cciaa il dubbio sull’assenza di attività per tre anni vi è il mancato pagamento del diritto camerale annuale, ma altri esempi sono lo “zero” alla voce modifiche dell’impresa o a quella della richiesta di certificati.

Il procedimento di cancellazione inizia con l’invio di una comunicazione ufficiale all’impresa (raccomandata/Pec) «al fine di verificare che la circostanza che ha fatto presumere all’ufficio che l’impresa è non operativa sia corretta - illustra ancora la Cciaa triestina -. Con la notifica si chiede all’impresa di segnalare eventuali cause ostative alla cancellazione».

Come la necessità di restare iscritta per completare la riscossione di crediti in essere. Qualora, però, alla sede camerale non giungano riscontri, il personale incaricato procede: decorsi almeno 45 giorni dall’affissione all’albo o 30 dal ricevimento della raccomandata, vengono predisposti «i fascicoli da sottoporre al giudice del Registro delle imprese affinchè - illustra l’ente camerale - disponga con proprio decreto, qualora lo ritenga opportuno, la cancellazione dell’impresa dal Registro».

Strumento che deve essere aggiornato e corrispondente alla reale situazione sul territorio, in particolare per assicurare la correttezza di informazioni su fallimenti, cessazioni, liquidazioni, variazioni delle cariche e trasferimenti, anche a favore di eventuali creditori.

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