Cambridge su Regeni: «Dall’Italia mai chieste informazioni»

Valigia blu ha contattato l’Università per capire la posizione ufficiale dell’istituto dove lavorava il ricercatore ucciso in Egitto
Il ritratto di Giulio Regeni
Il ritratto di Giulio Regeni

ROMA. «L’Università di Cambridge non si è mai rifiutata di collaborare con le autorità italiane» e «non ha ricevuto alcuna richiesta di informazioni da parte di pubblici ministeri italiani». Queste sono le dichiarazioni ufficiali dell’Università inglese al blog collettivo Valigia blu che sta cercando di fare chiarezza sull’omicidio di Giulio Regeni, ricercatore di Fiumicello ucciso in Egitto tra il 25 gennaio e il 3 febbraio 2016.

In particolare, Valigia blu ha contattato l’Università di Cambridge per capire la posizione ufficiale dell’istituto dove lavorava Regeni.

 

I genitori di Giulio: l’Ue isoli l’Egitto
Paola Regeni con Isabella De Monte e Franco Jacop a Bruxelles

 

Vista la delicatezza del caso, «né da parte di Cambridge, né da parte della Procura di Roma sono state presentate posizioni ufficiali», ha scritto la redazione del blog nel post Regeni, Cambridge a Valigia Blu: nessuna richiesta di informazioni da parte delle autorità italiane.

Il 14 giugno scorso, sul blog collettivo, è stato pubblicato un articolo di Lorenzo Declich, esperto di mondo islamico contemporaneo e autore di Giulio Regeni, le verità ignorate, che riguardava gli ultimi sviluppi del caso del ricercatore ucciso. In particolare Declich parlava della «presunta mancata collaborazione di Cambridge con i magistrati italiani». E «sono emersi i dubbi sulla ricostruzione dei fatti».

 

Regeni: i docenti di Cambridge non rispondono al pm
Giulio Regeni, il ricercatore di Fiumicello

 

Anche perché in Italia, tra il 7 e l’8 giugno, sono stati pubblicati «diversi articoli che hanno raccontato l’esito della trasferta in Inghilterra del pubblico ministero di Roma Sergio Colaiocco, i funzionari dello Sco e gli ufficiali del Ros – ha scritto Valigia blu - In un articolo online di martedì 7 giugno, l’Ansa riportava che che, secondo fonti giudiziarie, i docenti che supervisionavano i lavori di Giulio Regeni non avevano risposto alle questioni poste via mail dai magistrati italiani sulle sue ricerche sui sindacati egiziani. I professori, continuava l’Ansa, si sarebbero avvalsi della facoltà di non rispondere. Lo stesso giorno escono vari pezzi che criticano la scelta dell’Università di non collaborare alle indagini».

Valigia blu ha deciso poi di contattare direttamente l’Università per avere chiarimenti. E sono arrivati. Paul Holland, responsabile della comunicazione di Cambridge ha risposto al blog.

E Valigia blu ha pubblicato integralmente la lettera, in italiano e in inglese, con l’elenco delle «azioni finora intraprese» dall’isituto per fare chiarezza sul caso Regeni. «L’Università di Cambridge non si è mai rifiutata di collaborare con le autorità italiane e continua ad usare tutti i mezzi possibili per scoprire la verità sul brutale omicidio di Giulio Regeni – ha scritto Holland - L’Università è pronta a rispondere rapidamente a qualsiasi richiesta proveniente dalle autorità italiane».

Riproduzione riservata © Il Piccolo