Calligaris argina la crisi

Nel 2012 il gruppo friulano dell’arredamento ha confermato margini e utili
Di Massimo Greco

TRIESTE. In uno dei momenti più cupi nella storia recente del macrosettore legno-arredamento, la Calligaris può dire di aver finora retto l’urto di una crisi che sembra infinita. I numeri del 2012, diffusi nel pomeriggio di ieri, suggeriscono chiaramente l’idea della tenuta rispetto alle cifre maturate durante il 2011: il fatturato flette del 4,1% a 135,5 milioni; il margine operativo lordo si attesta a 22,4 milioni confermando sostanzialmente con il 16,5% l’incidenza sul fatturato già registrata nel precedente esercizio; l’utile ha visto un lieve miglioramento a quota 4,7 milioni nel raffronto con il risultato del 2011 (4,5 milioni). L’organico del gruppo si avvicina ai 600 addetti. Non vengono fornite indicazioni sulla posizione finanziaria netta.

La tenuta della marginalità, sottolinea con ampia evidenza un comunicato del gruppo friulano, si ricollega alla buona capacità di generare “cash-flow”, capacità a sua volta correlata con una ben organizzata gestione del magazzino: la consistente riduzione delle giacenze ha fornito liquidità al gruppo per finanziare produzione e sviluppo commerciale.

Come tutte le aziende che in questa fase difficile riescono a difendersi, la Calligaris, a fronte di un mercato interno decisamente fiacco, tiene le posizioni, accrescendo la quota di export e puntando a una presenza qualificata a livello internazionale attraverso una rete di circa 500 punti-vendita selezionati. In particolare, è il mercato di oltre-Atlantico a dare le maggiori soddisfazioni, con una crescita che l’azienda friulana “pesa” a due cifre.

Design, qualità e servizio sono i fattori sui quali il presidente del gruppo Alessandro Calligaris, che è anche presidente di Confindustria Fvg, ritiene di insistere per allargare il perimetro dei ricavi. E per questo gli azionisti hanno deciso di impiegare risorse proprio nella promozione del “brand”. E’opportuno ricordare che il 40% della Calligaris è in possesso di “L Capital”, il fondo di investimento controllato dal gruppo francese del lusso Lvmh.

Certo, rispetto agli auspici formulati nel maggio dello scorso anno, il ribadirsi di una pesante crisi non ha consentito nel 2012 a Calligaris la programmata crescita del 6%. Il gruppo proseguirà comunque lungo la strada della distribuzione selettiva, distinguendo la gamma prodotti tra i clienti-partner e gli interlocutori “generici”, cui si rivolgerà concentrando la proposta su sedie e tavoli.

Il gruppo Calligaris si articola in 5 aziende (il quartier generale di Manzano, la “d.o.o.”, le controllate Usa, France, Japan) e 10 stabilimenti in Friuli, Croazia, Stati Uniti, Giappone.

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